Chirotteri

a cura di Claudio Torboli

Lo studio dei pipistrelli in Trentino vanta una lunga tradizione, con indagini condotte già a partire dalla fine del 1800. Le conoscenze attuali, ci permettono di attestare la presenza di ben 27 specie in tutto il territorio provinciale. Si tratta di un dato estremamente positivo, che rispecchia lo sforzo intrapreso negli ultimi anni per la conoscenza di questo gruppo di specie. Da anni in Europa, tutte le specie di Chirotteri stanno attraversando una fase di marcato declino, ascrivibile a due cause principali:

  • la riduzione di risorse alimentari, legata al calo nella disponibilità di insetti per l’urbanizzazione del paesaggio e il crescente uso di pesticidi in agricoltura;
  • la perdita e/o alterazione dei siti di rifugio, dovuta sia a interventi inconsapevoli sia a veri e propri atti di persecuzione degli animali.

Lo stesso, preoccupante andamento riguarda anche i pipistrelli del Trentino, dove 18 specie su 27 sono classificate come minacciate: 3 in pericolo critico (CR), 8 in pericolo (EN) e 7 vulnerabili (VU). La conservazione di questi animali non è però semplice: le abitudini notturne e il carattere elusivo fanno sì che le conoscenze sull’ecologia e la distribuzione delle specie siano ancora oggi lacunose e bisognose di approfondimento.

 

Myotis emarginatus /Ph. Albatros srl

Le tecniche di monitoraggio

La raccolta di informazioni sui Chirotteri viene condotta secondo diverse modalità:

  1. Ricerca e controllo delle colonie
    La tutela dei pipistrelli passa innanzitutto per la salvaguardia dei siti di riproduzione (nursery) e svernamento (hibernacula) in cui questi animali possono raggrupparsi anche in numeri consistenti. Il conteggio annuale degli individui presenti consente di stabilire il generale andamento e lo status di conservazione della popolazione.
  2. Cattura con reti
    Questa particolare tecnica si affida all’utilizzo di particolari reti, anche note come mist-nets, appositamente progettate per la cattura passiva dei piccoli animali in transito che, una volta identificati, vengono rilasciati nel loro ambiente. Tale metodologia viene applicata in particolare sui valichi di Bocca Caset e del Passo Brocon, dove il MUSE gestisce due stazioni di inanellamento a scopo scientifico che ricorrono allo stesso tipo di attrezzatura.
  3. Censimenti con bat-detector
    Il bat-detector è uno speciale apparecchio capace di convertire in suoni udibili gli ultrasuoni emissioni dei pipistrelli, consentendo attraverso appositi programmi l’analisi dei richiami e, nella maggior parte dei casi la determinazione della specie.
  4. Raccolta di segnalazioni occasionali
    Le limitate conoscenze su questo gruppo di animali fanno sì che ogni dato in più sia di grande importanza. Dall’estate 2019, è attivo lo sportello “Pipistrelli Trentino”, dove tutti i cittadini possono inviare la propria segnalazione, ricevere consigli e contribuire alla tutela di questi delicati animali. Ugualmente proficua è la collaborazione con i tanti gruppi speleologici che frequentando habitat spesso idonei a questi animali possono fornire importanti informazioni sulla loro presenza.

 

Ferro di cavallo minore (Rhinolophus hipposideros)/Ph. Albatros srl

Le azioni di conservazione

Parallelamente all’approfondimento delle conoscenze sull’ecologia e la biologia della Chirotteri trentini, il MUSE e i suoi collaboratori, in collaborazione con il Servizio Sviluppo Sostenibile e Aree Protette della Provincia promuovono diverse iniziative finalizzate alla conservazione di queste specie. Tra queste ricordiamo:

  • Strutturazione di progetti didattici e culturali per la sensibilizzazione della popolazione;
  • Elaborazione di materiale divulgativo e informativo;
  • Dialogo con le strutture competenti in materia di ristrutturazione edilizia;
  • Consulenza e accompagnamento delle realtà che ospitano colonie o siti strategici per la sopravvivenza dei pipistrelli.