Conservazione e gestione dei Mammiferi
L’Ambito Biologia della Conservazione del MUSE collabora a diversi progetti dedicati alla conservazione dei grandi carnivori (lupo e orso in particolare), operando nel campo della comunicazione e in quello della ricerca, oltre che all’ecologia dei Mammiferi e alla Human Dimension Contribuisce inoltre alla preparazione dell’annuale Rapporto Grandi Carnivori pubblicato dalla Provincia Autonoma di Trento. Le attività svolte ricadono nell’ambito di tre progetti principali:
LIFE WolfAlps EU
Dopo una lunga assenza, il lupo ha fatto la sua naturale ricomparsa in Trentino. Sulle Alpi è presente da più di 20 anni: partendo dalla porzione occidentale, si è gradualmente spinto verso est, colonizzando l’arco alpino. Le prime segnalazioni di lupi singoli sul territorio provinciale risalgono al 2006, ma è solo nel 2012 che sui monti della Lessinia si assiste alla formazione della prima coppia: si tratta di Giulietta, lupa originaria della popolazione appenninica, e Slavc, un maschio munito di radiocollare proveniente dalla Slovenia.
Dal 2013 la coppia si è riprodotta tutti gli anni, dando vita ad un branco stanziale. Al 2020, i branchi presenti sul territorio provinciale sono 17, la maggior parte dei quali si trovano a cavallo tra Veneto e Trentino.
Risale al 2013 anche l’inizio del primo progetto LIFE WolfAlps (LIFE12 NAT/IT/000807 LIFE WOLFALPS – Il lupo nelle Alpi: azioni coordinate per la conservazione del lupo nelle aree chiave e sull’intero arco alpino), dedicato alla conservazione del lupo sulle Alpi e conclusosi nel 2018. Il MUSE, coinvolto come partner, insieme al Parco Naturale delle Alpi Marittime ne ha curato le azioni di divulgazione e comunicazione.
L’esperienza positiva maturata in quei 6 anni ha quindi portato, nel 2019, ad un secondo progetto, il LIFE WolfAlps EU, questa volta esteso anche ad altri partner europei: Slovenia, Austria e Francia. Il progetto, che si concluderà nel 2024, conta oggi 20 partner e ha come obiettivo quello di migliorare la coesistenza fra lupo e attività umane a livello di popolazione alpina. Il MUSE riveste di nuovo un importante ruolo all’interno del progetto, coordinando le azioni di comunicazione e le relazioni con i principali portatori di interesse.
Il MUSE ha partecipato inoltre al monitoraggio sistematico del lupo per l’anno 2020-2021, coordinandone le attività a livello provinciale. Tale indagine si inquadra nell’ambizioso progetto di monitoraggio nazionale coordinato da ISPRA e, a scala alpina, dal progetto LIFE WolfAlps EU. In provincia di Trento hanno contribuito alla raccolta dei dati di presenza, oltre alla PAT, anche l’Associazione Cacciatori Trentini e alcune delle principali associazioni ambientaliste attive sul territorio tramite i loro volontari (SAT, Io non ho paura del lupo, WWF, AIGAE).
Da ottobre a marzo, i tracciati individuati (detti transetti) sono stati perlustrati mensilmente dagli operatori, alla ricerca di segni di presenza del lupo (escrementi e piste su neve). A tali dati, si è affiancata in modo complementare la tecnica del fototrappolaggio, utile in questo contesto a vari scopi: accertare in maniera inequivocabile la presenza della specie in un determinato territorio, favorire stime minime della consistenza dei branchi, documentare le riproduzioni e individuare potenziali esemplari dal fenotipo anomalo.
Volontari MUSE-PAT per i Grandi Carnivori
Nel 2020 si è formalmente costituito il gruppo dei volontari che da anni operano in supporto alla PAT e al MUSE per il monitoraggio di orso bruno e lupo, e più in generale della fauna selvatica, sul territorio provinciale. Si tratta di un gruppo di persone appassionate e competenti che mettono a disposizione tempo, strumenti ed esperienza per migliorare le conoscenze locali sulle popolazioni di grandi carnivori, fornire materiale divulgativo di qualità per il grande pubblico e sostenere i progetti di ricerca attivi, in particolare attraverso il fototrappolaggio.
I monitoraggi sistematici della teriofauna tramite fototrappole
Lo studio dei mammiferi selvatici nel loro ambiente è spesso complicato dall’elusività tipica di queste specie. Molti di questi animali tendono infatti ad evitare il contatto ravvicinato con l’uomo, hanno abitudini notturne o vivono in habitat non facilmente raggiungibili, rendendone difficoltosa l’osservazione diretta e frequente. Le fototrappole, fotocamere in grado di scattare in automatico al passaggio di soggetti grazie ad un sensore calore-movimento, si rivelano uno strumento molto efficace per raccogliere dati preziosi sulla distribuzione e il comportamento di queste specie, senza arrecarne alcun disturbo.
Il MUSE, in collaborazione con il Settore Grandi Carnivori della Provincia Autonoma di Trento, ha avviato nel 2015 un monitoraggio a lungo termine della teriofauna di medio-grandi dimensioni con fototrappole in un’area campione del Trentino occidentale. Essa interessa la parte meridionale del Gruppo di Brenta e il massiccio Paganella-Gazza, ricadendo parzialmente all’interno del territorio del Parco Naturale Adamello Brenta ma soprattutto della core area attuale della popolazione di orso bruno. Questo monitoraggio, che dal 2019 gode della supervisione scientifica del Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze, permette la raccolta di dati scientificamente robusti attraverso un approccio sistematico e standardizzato: i siti di monitoraggio sono stati scelti per essere rappresentativi dell’area di studio, posizionati a distanza regolare e mantenuti invariati negli anni.
I dati raccolti finora hanno migliorato la comprensione dei fattori più importanti nel plasmare l’uso dello spazio e i ritmi di attività dell’intera comunità di mammiferi, con particolare attenzione agli effetti della presenza antropica in montagna (sempre nel rispetto della privacy). Questa, soprattutto di tipo turistico-ricreativa, si fa particolarmente massiccia in estate, stagione in cui si svolge il monitoraggio. Nuove dinamiche potranno emergere da analisi pluriennali, grazie al progressivo arricchimento nel tempo della banca dati.
Nel frattempo dal 2020 il MUSE, sempre in partnership con l’Università di Firenze, ha attivato una seconda area campione anche nel Trentino orientale, in collaborazione con il Parco Naturale Paneveggio – Pale di S. Martino. Anche qui il disegno sperimentale consentirà negli anni la raccolta di dati standardizzati sulla comunità dei mammiferi in questa parte di territorio provinciale, ed aggiungerà un nuovo tassello alla conoscenza dei mammiferi medio-grandi sulle Alpi centrali, un ecosistema altamente biodiverso, ma al contempo molto sfruttato dall’uomo.
Interazione con l’uomo e human dimension
I grandi carnivori sono specie carismatiche e di riconosciuta importanza a livello ecologico in tutto il mondo. Tuttavia, i conflitti con le comunità locali
che condividono con questi predatori spazi più o meno ampi e più o meno urbanizzati, a seconda dell’area geografica in cui ci si trova, non sono irrilevanti. Le interazioni negative variano a seconda della specie e dell’area del mondo che si vuole considerare, e spaziano da danni a proprietà umane (come le predazioni sul bestiame domestico, arnie, frutteti e altro), a predazioni su animali da compagnia fino, in casi molto rari, ad attacchi alle persone.
A questi danni concreti si aggiunge poi la presenza, in alcune popolazioni, di individui definiti “confidenti”, che pur non rappresentando una minaccia diretta per l’uomo e le sue attività, di certo non lascia indifferenti le comunità locali, i giornali e la politica. Questi conflitti, insieme all’estrema elusività di queste specie e, di conseguenza, alla limitata conoscenza che abbiamo su di loro, ha portato soprattutto in tempi moderni a forti conflitti sociali e politici legati alla convivenza con tali animali.
Le ricerche del MUSE si concentrano sull’analisi sia dei fattori e delle dinamiche che determinano il verificarsi di interazioni negative tra grandi carnivori e persone, sia sull’aspetto sociale (appunto Human dimension) legato alla presenza di questi predatori, al fine di aumentare la conoscenza su questi temi, con obiettività e robustezza scientifica.
Bibliografia
Qui alcuni paper pubblicati dai ricercatori della Sezione:
- Bombieri, G., Penteriani, V., Almasieh, K., Ambarlı, H., Ashrafzadeh, M. R., Das, C. S., … & del Mar Delgado, M. (2023). A worldwide perspective on large carnivore attacks on humans. PLoS biology, 21(1), https://doi.org/10.1371/journal.pbio.3001946
- Trainotti, N., Fedrigotti, C., Malavasi, S., Pedrini, P., & Bombieri, G. (2023). Wolf coverage and framing by newspapers across the Italian Eastern Alps. Human Dimensions of Wildlife, 1-18 https://doi.org/10.1080/10871209.2023.2212691
- Salvatori, M., Oberosler, V., Rinaldi, M., Franceschini, A., Truschi, S., Pedrini, P., & Rovero, F. (2023). Crowded mountains: Long-term effects of human outdoor recreation on a community of wild mammals monitored with systematic camera trapping. Ambio, 52(6), 1085-1097. https://doi.org/10.1007/s13280-022-01825-w
- Salvatori, M., Oberosler, V., Augugliaro, C., Krofel, M., & Rovero, F. (2022). Effects of free‐ranging livestock on occurrence and interspecific interactions of a mammalian community. Ecological applications, 32(7), e2644. https://doi.org/10.1002/eap.2644
- Salvatori, M., De Groeve, J., van Loon, E., De Baets, B., Morellet, N., Focardi, S., … & Cagnacci, F. (2022). Day versus night use of forest by red and roe deer as determined by Corine Land Cover and Copernicus Tree Cover Density: assessing use of geographic layers in movement ecology. Landscape Ecology, 37(5), 1453-1468. https://doi.org/10.1007/s10980-022-01416-w
- Salvatori, M., Tenan, S., Oberosler, V., Augugliaro, C., Christe, P., Groff, C., Krodel, M., Zimmermann, F., & Rovero, F. (2021). Co-occurrence of snow leopard, wolf and Siberian ibex under livestock encroachment into protected areas across the Mongolian Altai. Biological Conservation, 261, 109294. https://doi.org/10.1016/j.biocon.2021.109294
- Bombieri G., Penteriani V., Delgado M.M., Groff C., Pedrotti L., & Jerina K. (2021). Towards understanding bold behaviour of large carnivores: the case of brown bears in human-modified landscapes. Animal Conservation. https://zslpublications.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/acv.12680
- Corradini A., Randles M., Pedrotti L., van Loon E., Passoni G., Oberosler V., Rovero F., Tattoni C., Ciolli M., & Cagnacci F., (2021). Effects of cumulated outdoor activity on wildlife habitat use. Biological Conservation, 253, p.108818. https://doi.org/10.1016/j.biocon.2020.108818
- Oberosler V., Tenan S., & Rovero F. 2020. Spatial and temporal patterns of human avoidance by brown bears in a reintroduced population. Hystrix, 31(2). https://doi.org/10.4404/hystrix-00327-2020
- Bombieri G., Naves J., […], Delgado M. M., (2019). Brown bear attacks on humans: a worldwide perspective. Scientific Reports. https://doi.org/10.1038/s41598-019-44341-w
- Bombieri et al., (2018). Patterns of wild carnivore attacks on humans in urban areas. Scientific Reports. https://doi.org/10.1038/s41598-018-36034-7
- Bombieri et al., (2018). Content Analysis of Media Reports on Predator Attacks on Humans: Toward an Understanding of Human risk Perception and Predator Acceptance. BioScience https://doi.org/10.1093/biosci/biy072
- Oberosler V., Groff C., Iemma A., Pedrini P., & Rovero F., (2017). The influence of human disturbance on occupancy and activity patterns of mammals in the Italian Alps from systematic camera trapping. Mammalian Biology 87, 50-61. https://doi.org/10.1016/j.mambio.2017.05.005