Al via il progetto di MUSE, LIPU e CONCAST per migliorare le conoscenze su questa specie in Trentino e promuovere buone pratiche per la sua conservazione.
Pochi uccelli catturano la nostra attenzione quanto la rondine. Il volo aggraziato ed elegante e i gridi acuti che riempiono il cielo ci annunciano puntualmente il ritorno della primavera. Quella che ci lega alla rondine è una connessione naturale e profonda, che nasce da una millenaria storia di convivenza: fin dall’antichità, infatti, questo uccello si è avvicinato a portici e fienili, dove ha imparato a costruire l’inconfondibile nido di fango e paglia. Dalla vicinanza con l’uomo ha ricevuto protezione dai predatori, offrendo in cambio la sua abilità di caccia a mosche e zanzare.
Da alcuni decenni, tuttavia, si osserva un marcato declino della loro presenza a scala continentale e nazionale. Per questo motivo LIPU, MUSE e CONCAST (il Consorzio dei Caseifici Sociali del Trentino, espressione di quasi 800 aziende) hanno scelto di unire le proprie forze nel progetto “Ecosistema rondine” finalizzato al miglioramento delle conoscenze su questa specie e alla promozione di buone pratiche per la sua conservazione. Alla raccolta dati possono contribuire anche tutti i cittadini, tramite l’App iNaturalist.
Secondo recenti stime, dai primi anni 2000, la popolazione di rondini del Nord Italia si è dimezzata. La perdita di habitat, il cambiamento climatico e l’intensificazione delle pratiche agricole sono tra le principali cause di questa diminuzione. Ancora oggi, stalle e allevamenti ospitano colonie più o meno grandi di questi uccelli. La loro presenza è benefica, basti pensare che ogni individuo è in grado di catturare, quotidianamente, più di 800 insetti, un numero da moltiplicare per la quantità di pulcini da allevare (generalmente da 3 a 7).
Per questo motivo, il progetto Ecosistema rondine dedica un’azione specifica alla valutazione dell’efficacia della rondine come mezzo per il controllo delle popolazioni di insetti volanti nelle aziende. L’area scelta per l’indagine è l’Alta Val di Non, dove 9 stalle (5 con rondini e 4 senza) ospiteranno i dispositivi con cui gli ornitologi di LIPU e MUSE potranno verificare eventuali relazioni tra la presenza di rondini e quantità di insetti.
Il contributo degli allevatori
L’iniziativa offre inoltre l’opportunità di riconoscere agli allevatori il loro impegno nel mantenimento degli elementi del paesaggio funzionali alla presenza della specie (siepi, piccole zone umide, prati, particolari strutture architettoniche) e per la tutela delle coppie riproduttive ospitate nelle aziende.
In tanti guardano a queste compagne alate con affetto e soddisfazione, consapevoli del suo valore come indicatore di qualità ambientale e, ogni anno, sono molti quelli che registrano la data di arrivo dei primi individui nei dintorni della loro azienda. È così, grazie al contributo dei tanti membri del canale Telegram di CONCAST, i ricercatori hanno già potuto ricostruire le dinamiche che caratterizzano il ritorno primaverile delle rondini nella nostra provincia.
Il contributo della comunità
Agricoltori e allevatori non sono gli unici protagonisti di questo progetto. Ognuno di noi può contribuire alla raccolta dati, condividendo le sue segnalazioni mediante l’applicazione gratuita iNaturalist (disponibile su Google Play e App Store). Le osservazioni arricchiranno la banca dati del progetto Rondini & Co. Che, al suo interno, ospita informazioni anche sulle altre specie simili che comunemente vengono associate alla rondine (balestrucci, rondine montana e rondoni).
VIDEO – Le date di arrivo nella nostra provincia
I cittadini più affezionati alla specie, questa primavera, ci hanno segnalato le date di arrivo delle rondini al nido. L’animazione, elaborata da Alberto Bertocchi, ci mostra l’andamento temporale dell’evento.