È iniziata l’attività di campo per il progetto “Agricoltura e biodiversità”

by Giacomo Assandri on

Quest’anno la Sezione di Zoologia dei Vertebrati lavorerà sui prati stabili

Il 12 maggio è ricominciata l’attività di campo della Sezione per il progetto di ricerca “Agricoltura e Biodiversità”. Questa primavera i ricercatori della sezione sono impegnati nell’attività di censimento dell’avifauna dei prati stabili del Trentino in 60 aree campione distribuite in tutte le principali aree a prato della provincia. Il progetto si inquadra nelle attività di monitoraggio previste nell’ambito della Rete Natura 2000, che la Sezione svolge in sinergia con P.A.T.

I prati stabili sono ambienti artificiali, caratterizzati da vegetazione erbacea e mantenuti dalla pratica dello sfalcio. Diversamente dai pascoli, non ospitano mai direttamente bestiame, ma sono comunque un tassello fondamentale della zootecnia alpina, dal momento che sono il luogo dove si produce il foraggio con cui sono nutriti gli animali al di fuori del periodo di alpeggio.

I prati stabili caratterizzano alcuni dei paesaggi culturali più rappresentativi delle Alpi e costituiscono uno degli habitat a più elevata biodiversità a scala Europea. Il Trentino ospita estensioni importanti di prati, che negli ultimi decenni hanno subito profonde modificazioni determinate da fattori sociologici ed economici (modernizzazione della zootecnia, abbandono della montagna, affermazione di colture più redditizie), che hanno agito invariabilmente su tutti i comprensori montani.

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Queste modificazioni hanno determinato un notevole impatto negativo sulla biodiversità; in particolare, i due fattori che hanno avuto il ruolo più importante sono stati da un lato l’intensificazione delle pratiche colturali (eutrofizzazione dei prati dovuta a sovraconcimazione; taglio intensivo su ampie superfici permesso dal crescente grado di meccanizzazione) e dall’altro la scomparsa di superfici a prato (a causa dell’abbandono di aree marginali meno produttive o della conversione in colture più redditizie).

Nell’ambito della Rete Natura 2000 e della definizione delle misure agroambientali per il Piano di Sviluppo Rurale provinciale, la Sezione ha portato avanti negli anni numerose ricerche su due specie di uccelli simbolo dei prati del Trentino: il re di quaglie (Crex crex) e l’averla piccola (Lanius collurio) -per approfondimenti si rimanda ai riferimenti in calce; tuttavia, i prati, intesi come ecosistema nel suo complesso, non sono mai stati oggetto di uno specifico progetto di ricerca volto a comprendere le relazioni tra cambiamenti della praticoltura ed effetti sulla biodiversità, di cui gli uccelli sono ottimi indicatori.

Da ciò nasce la nostra volontà di comprendere i meccanismi macroscopici che agiscono in questo senso, di divulgare i risultati al pubblico più ampio e di arrivare a definire misure di conservazione adeguate per gli uccelli legati a questo particolare ambiente delle nostre montagne.

Giacomo Assandri

Ricercatore PostDoc
MUSE – Università di Pavia

Per approfondire

  • Brambilla, M., Pedrini, P., 2013. The introduction of subsidies for grassland conservation in the Italian Alps coincided with population decline in a threatened grassland species , the Corncrake Crex crex. Bird Study 60, 404–408.
  • Brambilla, M., Pedrini, P., 2011. Intra-seasonal changes in local pattern of Corncrake Crex crex occurrence require adaptive conservation strategies in Alpine meadows. Bird Conserv. Int. 21, 388–393.
  • Ceresa, F., Bogliani, G., Pedrini, P., Brambilla, M., 2012. The importance of key marginal habitat features for birds in farmland: an assessment of habitat preferences of Red-backed Shrikes Lanius collurio in the Italian Alps. Bird Study 59, 327–334.
  • Pedrini, P., Rizzolli, F., Rossi, F., Brambilla, M., 2012. Population trend and breeding density of corncrake Crex crex (Aves : Rallidae) in the Alps: monitoring and conservation implications of a 15-year survey in Trentino , Italy. Ital. J. Zool. 79, 377–384.

 

Scritto da: Giacomo Assandri

Ecologo e conservation scientist, classe ’89, da sempre appassionato di zoologia e in particolare di ornitologia. A partire dalla laurea magistrale, conseguita presso l’Università di Pavia nel 2013, la sua ricerca si è focalizzata sui cambiamenti ambientali e sugli effetti che questi hanno sulla biodiversità e in particolare sugli uccelli. ​Nel 2016 ha discusso presso la stessa Università un dottorato di ricerca, svolto in partenariato con il MUSE, sul tema della conservazione degli uccelli negli agroecosistemi permanenti e intensivi, che lo ha portato a lavorare in tutto il distretto viticolo Trentino. Attualmente si occupa di cambiamenti ambientali e conservazione della biodiversità nei più tipici agroecosistemi alpini, i prati stabili, e parallelamente approfondisce i suoi interessi sulla distribuzione e la diversità di uccelli e libellule in Italia.​​​

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