Bruno D’Amicis vive da sempre all’ombra delle montagne d’Abruzzo. Appassionato di natura sin da bambino, sentiva il bisogno di rappresentare visivamente le sue esperienze nel mondo naturale. E così, all’età di 15 anni acquistava la sua prima macchina fotografica. Da allora non l’ha più lasciata, trovando in essa il suo strumento ideale per contribuire al meglio alla conservazione della fauna selvatica e degli ambienti naturali. Biologo di formazione, dal 2004 è anche fotografo naturalista professionista, impegnato in molti progetti di divulgazione su diverse specie, habitat e tematiche ambientali (http://www.brunodamicis.com/). È socio onorario dell’AFNI (Associazione Fotografi Naturalisti Italiani) e dal 2009 è membro della prestigiosa International League of Conservation Photographers , nata per la diffusione di un’etica ambientale ed ecologica attraverso la fotografia.
Grande viaggiatore, ha visitato più di 40 Paesi in tutto il mondo (Georgia, Etiopia, Tunisia e Madagascar tra le sue mete più recenti), immortalando le bellezze naturalistiche incontrate sul suo cammino. Le migliaia di chilometri percorse e le tante mete raggiunte non hanno però mutato i suoi sentimenti per la natura dell’Appennino abruzzese, a cui Bruno rimane particolarmente legato.
I suoi scatti impreziosiscono le pagine delle più importanti riviste naturalistiche (National Geographic, GEO, BBC Wildlife), dei quotidiani nazionali e internazionali (La Repubblica, The Guardian, Die Zeit, Die Welt), di libri (Wild Wonders of Europe, Handbook of the Mammals of the World) e calendari. Collabora regolarmente con Aree Protette (Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; Parco Nazionale della Majella; Bayerischer Wald National Park; etc.) e ONG italiane e straniere (WWF, LIPU, Birdlife International, PAN Parks, Rewilding Europe, NABU, UNESCO).
Tra i suoi traguardi più importanti, nel 2014, il Wildlife Photographer of the Year, prestigioso riconoscimento internazionale guadagnato con lo scatto raffigurante un fennec (o volpe del deserto) tra i piedi di un bambino tunisino. Di grande rilevanza professionale anche i suoi interventi ad eventi di settore come il WILD10 (10th World Wilderness Congress) del 2013 in Spagna; il Wildphotos a Londra nel 2011 e 2014, e ancora, il Festival Internazionale della Fotografia Naturalistica della associazione tedesca GDT (Gesellshaft Deutscher Tierfotografen) in Germania.
Attraverso la fotografia, Bruno veicola importanti messaggi di conservazione della natura, mettendo a frutto anche le sue conoscenze di biologo e le sue doti di scrittore: in «The Last Stronghold» racconta gli orsi e la wilderness dei Monti Tatra in Slovacchia; in «Ornata», raccoglie dieci anni di immagini sul camoscio appenninico e ne «L’ultima estate», condivide con il pubblico le storie degli ultimi pastori di montagna sulla Majella. Interamente dedicata al lupo in Appennino è la sua quarta pubblicazione: «Tempo da Lupi», mentre per questo 2018 attendiamo un lavoro dedicato alle foreste vetuste abruzzesi. Tra le più recenti iniziative multimediali «L’Altro Versante», progetto che intende svelare gli scorci più suggestivi del paesaggio italiano. Un’avventura condivisa con altri due grandi nomi della fotografia naturalistica: Maurizio Biancarelli e Luciano Gaudenzio e che l’estate scorsa ha fatto tappa con una mostra dedicata al Palazzo delle Albere, accanto al MUSE.
Bruno d’Amicis sarà con coi martedì 27 febbraio, alle 20.45 presso il Museo delle Scienze, per testimoniare tutto questo. Per condividere i segreti del suo affascinante mestiere, svelare curiosi retroscena dei suoi reportage, per parlare di viaggi, avventure e natura, con un occhio di riguardo alla situazione dei Grandi Carnivori in Italia.
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