Si è svolta lunedì 23 aprile, nella splendida cornice di Villa Welsperg, la 18° Giornata delle Aree Protette del Trentino. Autorità provinciali, amministratori, responsabili e operatori dei parchi e delle Reti di Riserve, si sono dati appuntamento alle porte del Parco Naturale Paneveggio – Pale di San Martino per momento di confronto tra realtà attive nella conservazione del patrimonio naturale trentino. Di particolare rilievo, sono stati gli interventi del mattino, tutti accomunati da un unico filo conduttore: “conoscere per conservare”. Temi centrali del dibattito sono stati quindi le attività di monitoraggio e l’indagine scientifica come strumenti per assicurare una conservazione robusta ed efficiente degli habitat e delle specie presenti in Trentino.
Altra parola emersa fin dalle battute iniziali, è stata quella di “equilibrio”: il dirigente provinciale Romano Masé ha ricordato l’impegno nel promuovere e nel ricercare la convivenza tra sviluppo e conservazione. Insieme a lui Giacobbe Zortea, assessore del Comune di Primiero, ha condiviso un apprezzamento per la nutrita partecipazione, testimonianza di un crescente interesse nei confronti della tutela ambientale; mentre Silvio Grisotto, Presidente del Parco ospitante, ha lanciato lo slogan “Conoscere per conservare e gestire”, spostando l’attenzione sulla tutela attiva, basata sulla partecipazione e l’inclusione delle attività tradizionali.
Al momento dei saluti è seguito l’intervento di Claudio Ferrari, dirigente del Servizio Sviluppo Sostenibile e Aree Protette, che ha offerto una panoramica delle tematiche successivamente approfondite: nonostante la crescente consapevolezza del valore della natura, si fatica ancora a comprendere l’importanza delle fasi di studio e di ricerca che sempre devono precedere le azioni e gli interventi di tutela. Ferrari ha quindi ricordato il ruolo dei musei (MUSE e Fondazione Museo Civico di Rovereto) nella pianificazione dei monitoraggi all’interno delle aree protette, le energie investite per la divulgazione delle conoscenze acquisite e l’importante processo di inventariazione delle azioni di tutela operata nel corso del Progetto Life + TEN. I successivi interventi, a cura di Paolo Pedrini (MUSE) e Alessio Bertolli (FMCR), hanno quindi illustrato con maggior dettaglio i monitoraggi condotti negli ultimi anni dalle rispettive realtà di appartenenza: l’attività ha coperto in maniera capillare l’intero territorio, coinvolgendo realtà pubbliche e private, permettendo di stilare liste di specie e relativa priorità di conservazione e di standardizzare le metodologie secondo cui i monitoraggi vengono condotti. Un lavoro testimone di una crescente competenza operativa.
Ad animare la seconda parte della mattinata sono stati gli interventi dei tecnici dei Parchi: Piergiovanni Partel, del Parco Paneveggio-Pale di San Martino ha presentato i dati raccolti in oltre dieci anni di ricerche sul gallo cedrone, cogliendo l’occasione per presentare la recente pubblicazione della collana «I Quaderni del Parco», dedicata proprio a questo argomento. Andrea Mustoni, del Parco Natuale Adamello-Brenta ha invece presentato “BIOMITI”, il nuovo progetto di ricerca finalizzato ad approfondire le conoscenze sulla biodiversità del parco e sugli effetti dei cambiamenti climatici ed ambientali in corso. Infine, Luca Pedrotti ha illustrato per il Parco dello Stelvio i numerosi interventi di conservazione condotti negli ultimi anni e strutturati proprio a partire da attività di ricerca. Altro spazio è stato riservato al lavoro di digitalizzazione operato sui dati riguardanti le azioni di tutela attiva, la cui localizzazione e stato di avanzamento sono oggi visibili sulla piattaforma http://pat.azionilifeten.com/. A presentare obiettivi del progetto e funzionamento dell’interfaccia sono stati Daniele Bassan, del Servizio Sviluppo sostenibile e aree protette, Aaron Iemma, collaboratore del Servizio per lo sviluppo dell’interfaccia medesima.
In avvio di conclusione, i coordinatori di alcune Reti di Riserve hanno illustrato alcune delle azioni di conservazione attiviate in questi anni nei territori di loro competenza, mentre a Romano Masè è spettato il compito di sintetizzare e raccogliere i principali spunti emersi nel corso della mattinata. La conoscenza, il dato scientifico si confermano il requisito essenziale per la predisposizione di strategie di conservazione solide ed efficaci, così come per il raggiungimento degli obiettivi individuate dalle Direttive Habitat e Uccelli. Il monitoraggio costante e approfondito è lo strumento attraverso cui tale conoscenza viene acquisita e va pertanto supportato e valorizzato. Accanto al monitoraggio, anche il cambiamento culturale andrà sostenuto, potenziando la comunicazione e la divulgazione, per un approccio alla conservazione condiviso, diffuso e partecipato.
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