Congresso

Dal 16 al 18 aprile, la Sezione di Zoologia dei Vertebrati, nell’ambito della Convenzione tra MUSE e Servizio Foreste e fauna della PAT, per partecipare al Workshop «Communication in large carnivore conservation and management» («La comunicazione nella conservazione e gestione dei Grandi Carnivori»), organizzato a Lubiana – Slovenia, nell’ambito del Life Dinalp Bear.

Tra i relatori del convegno, in rappresentanza del Trentino e del MUSE, Marta Gandolfi e Carlo Maiolini. La prima ha presentato le attività di comunicazione sull’orso bruno effettuate in Trentino nei 20 anni dalla sua reintroduzione sul territorio; il secondo (Project Manager del Life Wolfalps per il museo, partner di Progetto) ha presentato le best practices nell’ambito della comunicazione svolta nell’ambito del progetto Life WOLFALPS, dedicato alla conservazione del lupo sulle Alpi. Tanti gli spunti raccolti nel corso del meeting: dalle esperienze d’oltre oceano sulla “human-dimension” in relazione ai grandi carnivori portate da partner dei progetti Life Dinalp Bear e Life Lynx al contributo di artisti naturalistici internazionali con pluriennale esperienza nell’utilizzo dell’arte e dell’illustrazione naturalistica come strumento per la conservazione della fauna selvatica.

Altrettanto stimolante e arricchente è stato il terzo giorno di convegno: tutti i presenti hanno potuto confrontarsi, discutere e ragionare sui possibili miglioramenti da apportare alle azioni di comunicazione, al fine di rendere la divulgazione dell’informazione sui grandi carnivori più incisiva e più efficacie per loro conservazione. Una bella esperienza di networking e condivisione di idee.

Sarà ora un report, prodotto dagli organizzatori dell’Università di Lubiana a raccogliere e divulgare le tante idee emerse grazie al contributo dei presenti nel corso dei tre giorni di lavoro.
Qui, il link alla pagina di presentazione del Workshop, con l’agenda scaricabile on-line: http://dinalpbear.eu/a-communication-workshop-coming-up/

 

Foto di copertina: C. Frapporti – Arch. Servizio Foreste e fauna – PAT

 

Come è tornato il lupo sulle Alpi? Quanti lupi sono presenti attualmente sulle nostre montagne? Cosa è stato fatto negli ultimi anni per la conservazione del lupo sulle Alpi e nel resto d’Italia? Dal 18 al 23 marzo, il MUSE ha raccontato tutto questo. Per 5 anni, il Progetto LIFE WolfAlps, di cui il Museo delle Scienze è partner, è stato un punto di riferimento per le questioni riguardanti il lupo sull’arco alpino. Lo sforzo di coordinamento è stato intenso e importante: dalle Alpi occidentali a quelle Slovene, sono stati coinvolti numerosi partner e portatori di interesse, tutti accomunati dall’ambizioso obiettivo di favorire la coesistenza tra uomo e lupo. Un’unità che in 5 anni ha permesso di sviluppare azioni concrete in diversi territori: dalla prevenzione degli attacchi sugli animali domestici al contrasto del bracconaggio, dalla valorizzazione del lupo in chiave eco-turistica al controllo dell’ibridazione, dalla comunicazione all’organizzazione di workshop regionali, passando per il monitoraggio sistematico della specie. Il MUSE, insieme al Parco delle Alpi Marittime, ne ha curato gli aspetti comunicativi.
Il LIFE WolfAlps è ora giunto al termine. Con l’intento di valorizzare e dare nuova linfa vitale al tanto lavoro fatto è nata l’idea di un grande evento conclusivo, articolato secondo 6 giornate, che dal 18 al 23 marzo hanno radunato il “mondo” del lupo a Trento.

Domenica 18 Marzo: la Giornata del Lupo

La lobby del museo affollata di visitatori per La Giornata del Lupo. Ph. http://www.lifewolfalps.eu/news/la-conferenza-finale-finita/.

Dovunque si posasse lo sguardo, ogni cosa nel MUSE parlava di lupo: dai banner nella lobby, agli articoli in vendita nel bookshop, dai recinti nel prato al tavolo con i prodotti degli allevatori, dalle immagini sugli schermi alle parole delle tante persone che animavano le sale. Si è aperta così, con un grande evento per il pubblico, la settimana di appuntamenti organizzata per la chiusura del progetto LIFE WolfAlps. Realtà provenienti da tutto l’arco alpino (e non solo) si sono dati appuntamento a Trento, per mostrare le tante sfaccettature di questo grande progetto.
Sono stati 2.374 gli entusiasti visitatori che durante la giornata si sono avvicendati senza sosta dentro e fuori l’edificio. Tantissime le attività proposte: spettacoli teatrali, giochi di ruolo, quiz a premi, mostre. Partecipatissimi anche i tanti laboratori didattici dedicati all’ecologia, alla genetica e alle curiosità sul lupo, così come le dimostrazioni dei cani anti-veleno a cura dei Carabinieri forestali della Regione Piemonte, dell’ente di Gestione Aree protette della Alpi Marittime e dell’Ente di Gestione Aree Protette Alpi Cozie. Anche lo speakers’corner, con i suoi numerosi interventi, ha incontrato il costante interesse del pubblico. In serata, il tema lupo è stato declinato anche in un’accezione “gastronomica” grazie ad una merenda a base di prodotti «Terre di Lupi» e al momento aperitivo del Drink ‘n think.

Lunedì 19 e martedì 20: tempo di bilanci e riflessioni

Il vivo interesse manifestato nel corso della Pre-conference si è confermato anche nei due giorni dedicati alla Conferenza Internazionale Conclusiva, tenutasi presso l’Auditorium Santa Chiara: più di 1.000 i partecipanti tra ricercatori, tecnici, studenti e appassionati. L’appuntamento, coordinato dai due massimi esperti di lupo in Italia, Luigi Boitani e Francesca Marucco e avvallato dalla presenza del capo dell’Unità Natura del Direttorato Generale per l’Ambiente della Commissione Europea, Nicola Notaro, ha affrontato i grandi temi della coesistenza tra uomo e lupo e della conservazione della specie. Durante la prima giornata si sono ripercorsi i principali risultati del LIFE WolfAlps, analizzando punti di forza e criticità e valorizzando il grande lavoro di coordinamento fatto a livello alpino, tra gli aspetti più virtuosi dell’iniziativa.
Il giorno successivo, introdotto da Nicola Notaro, il dibattito ha assunto un respiro internazionale, grazie alle relazioni dei membri del Large Carnivore Initiative for Europe (LCIE), specialist group (SSC) della IUCN, che hanno preso in esame le questioni gestionali più urgenti: gestione dei lupi ibridi e confidenti, standardizzazione del monitoraggio, opportunità di comunicazione, aspetti legali e quadro normativo.

Il pubblico della Final Conference radunato all’Auditorium Santa Chiara. Ph. http://www.lifewolfalps.eu/news/la-conferenza-finale-finita/

Mercoledì 21, giovedì 22 e venerdì 23: i grandi esperti a confronto

La maratona finale del WolfAlps si è conclusa con un evento riservato del LCIE (Large Carnivore Initiative for Europe), il gruppo che raccoglie i massimi esperti europei di grandi carnivori e che si riunisce periodicamente per aggiornarsi e lavorare a nuovi progetti. Radunati nella Sala Conferenza del Museo delle Scienze, gli specialisti hanno dibattuto intensamente per due giorni sulla conservazione dei grandi carnivori in Europa. Durante il meeting, grazie alla collaborazione con il Servizio Foreste e fauna della P.A.T., uno spazio è stato riservato all’aggiornamento sullo status dell’orso bruno in Trentino e al confronto sulle questioni gestionali e di conservazione della specie. Al termine dei lavori, venerdì 23, sono state programmate per i membri dell’LCIE un’escursione nelle montagne abitate dalla popolazione trentina di orsi e una visita al centro visite del Parco Naturale Adamello Brenta, entrambe molto gradite.

Nel suo insieme, la Settimana del Lupo è stata positivamente accolta da tutti (organizzatori, partner, collaboratori e pubblico). Tante la condivisione e ottimo lo spirito di gruppo: tutte cose essenziali per lavorare efficacemente sulla conservazione di specie così carismatiche e d’impatto, anche al livello gestionale, come il lupo.

Il gruppo di esperti dell’LCIE al lavoro.

 

Foto di copertina: Fulvio Beltrando – Centro Uomini e Lupi Entracque. Tratta da: http://www.lifewolfalps.eu/

La pernice bianca (Lagopus muta) è una specie incredibilmente adattata ai climi freddi e, per lungo tempo, questa sua specializzazione le ha consentito di sopravvivere alle difficili condizioni degli ambienti artici e alpini. Oggi però il bilancio delle sue popolazioni appare tutt’altro che positivo: il suo areale di presenza sta subendo una graduale contrazione, costringendo la pernice a spostarsi verso latitudini maggiori o quote più elevate, accentuando la frammentazione e l’isolamento delle popolazioni. Per la Lista Rossa Nazionale si tratta di una specie «vulnerabile» (VU); BirdLife International la classifica invece come SPEC 3, vale a dire «specie la cui popolazione globale non è concentrata in Europa, ma che in Europa presenta uno stato di conservazione sfavorevole». Tra i principali fattori ritenuti responsabili di questo declino, un ruolo di primo piano spetta al cambiamento climatico, i cui effetti colpiscono gli ambienti montani con particolare intensità.

 

Ph. Mauro Mendini

 

Queste le premesse che hanno portato Lipu/BirdLife Italia e MUSE a promuovere un convegno dedicato alla specie. L’evento è riuscito a richiamare circa 140 persone fra ricercatori, amministratori, tecnici del settore e appassionati, offrendo loro un’occasione di incontro e di aggiornamento sullo stato delle conoscenze relativamente a questa specie e agli effetti del cambiamento climatico sulle sue popolazioni.
Il programma, ricco di interventi, è stato preceduto dai saluti di Paolo Pedrini del MUSE e di Maurizio Zanin della Provincia Autonoma di Trento, che ha sottolineato l’importanza di tenere vivo l’interesse della società nei confronti delle specie, al fine di garantirne la conservazione e la sopravvivenza. Significative anche le parole di Claudio Celada, di Lipu/BirdLife Italia, che ha affermato: «la pernice è simbolo dell’alta quota, della natura incontaminata, ma anche della minaccia rappresentata dal cambiamento climatico. Non vorremmo che questo uccello diventasse anche il simbolo di una grande sconfitta». Simili preoccupazioni e speranze sono state quindi condivise da Sergio Merz, delegato della Sezione Lipu di Trento.

Tra i relatori della mattinata, Niklaus Zbinden (Università di Berna), con una presentazione dedicata all’ecologia della specie e al suo stato di conservazione in Svizzera. A seguire, Dan Chamberlain (Università di Torino), che ha richiamato l’attenzione sugli effetti del clima sull’avifauna alpina, e Simona Imperio, dell’ISPRA, che, presentando insieme a Radames Bionda uno studio sulla pernice bianca nelle Alpi occidentali, ha illustrato i tanti fattori che contribuiscono al suo declino nelle Alpi: il ritardo nella data di innevamento, che causa problemi di mimetismo; l’innalzamento della temperatura al di sopra del range ideale per la specie; lo stress arrecato dalle attività di outdoor (sci alpinismo, impianti di discesa, mountain-bike…); l’impatto venatorio che, nonostante lo status sfavorevole della specie, continua a persistere in gran parte dei distretti alpini.

 

Ph. Archivio MUSE

 

Nel pomeriggio, le relazioni sono proseguite con una panoramica dello stato delle popolazioni di pernice bianca in diverse aree protette dell’arco alpino: Parco regionale Alpe Veglia e Devero, Parco Naturale Val Troncea, Dolomiti Bellunesi, Gran Paradiso. In chiusura, la tavola rotonda con i rappresentanti delle regioni alpine, dei parchi, insieme al delegato CIPRA Italia e all’Associazione dei Cacciatori Trentini, ha focalizzato il dibattito sulla multiformità della realtà alpina, sulle azioni messe oggi in atto in risposta ai tanti fattori di minaccia, individuando nella chiusura della caccia una possibile azione a supporto di una specie ormai fortemente minacciata.
Il quadro delle sfide da affrontare per superare una situazione preoccupante è complesso, ma al tempo stesso stimolante, obbligando tutti a porre una maggiore attenzione per uno sviluppo sostenibile, rispettoso delle Alpi nel loro insieme, capace di saper leggere i cambiamenti in atto e mitigare le attività antropiche che ne amplificano gli effetti. «Perché si possa dire che la giornata sulla pernice abbia avuto esito positivo – hanno sottolineato i curatori dell’evento – sarà fondamentale darle un seguito concreto». E su questa strada si muoveranno i prossimi passi.

Foto di copertina: Pernice bianca – Ph. Mauro Mendini

Il programma della giornata

Il video della conferenza Parte 1 – Parte 2 – Parte 3

 

 

Ph. Archivio MUSE