Atlante Anfibi e Rettili

Risale a maggio 2018 la prima segnalazione di geco di Kotschy (Mediodactylus kotschyi, Steindachner, 1870) per la regione Trentino/Alto-Adige. L’animale è stato rinvenuto ad una trentina di chilometri a Nord di Trento, nel comune di Mezzolombardo. Il ritrovamento dell’esemplare, ferito alla coda e ad un arto, è avvenuto nel magazzino di un negozio di vasellame e con ogni probabilità il piccolo rettile ha raggiunto le nostre latitudini proprio attraverso la movimentazione delle merci.

Ad oggi, i dati per la Provincia di Trento hanno evidenziato la presenza di popolazioni vitali appartenenti ad altre 2 specie di gechi: il geco comune (Tarentola mauritanica), diffuso in varie località del Trentino meridionale, e il geco verrucoso (Hemidactylus turcicus), rilevato solamente presso Riva del Garda.

Il geco di Kotschy ha una distribuzione mediterraneo-orientale, con una presenza che comprende alcune regioni dell’Italia meridionale (in particolare, Puglia e Basilicata) dove si pensa sia stato introdotto in tempi storici dai Balcani (Peracca, 1905). Il suo areale comprende anche le isole del Mar Egeo, i Balcani, l’Anatolia, la Crimea meridionale e gli ambienti mediterranei di Siria, Libano, Giordania, Palestina e Israele (Ščerback, 1997).

Qui l’areale proposto da IUCN:

 

 

Al di fuori dell’areale storico abbiamo segnalazioni relative ad individui/popolazioni per alcune regioni del Nord Italia, relative ad animali giunti per trasporto passivo e ormai acclimatati. È una specie termofila, in buona parte diurna, in grado di colonizzare ambienti naturali secchi e sassosi, così come spazi ad elevata antropizzazione (muretti, pareti domestiche, ruderi ed altre costruzioni). Tra le particolarità di questa specie ricordiamo l’assenza dei dischi adesivi all’apice delle dita, tipici dei gechi, sostituiti nel geco di Kotschy da lunghe unghie arcuate. La mancanza di lamelle (setae) non va però a compromettere le abilità arrampicatorie di questa piccola specie di sauro.

 

Particolare delle dita, prive di lamelle (setae). Ph. Karol Tabarelli de Fatis/Arch MUSE

 

L’osservazione sul geco di Kotschy andrà ad arricchire il database del nuovo progetto «Atlante Anfibi e Rettili del Trentino», al quale tutti sono invitati a partecipare, semplicemente fornendo le proprie osservazioni, come dettagliato qui.

Bibliografia:

  • Caldonazzi M., Pedrini P. & Zanghellini S., (2002). Atlante degli Anfibi e dei Rettili della provincia di Trento. 1987 – 1996 con aggiornamenti al 2001. Museo Tridentino di Scienze Naturali, Trento, 173 pp.
  • Nardelli A., Iversen D., Tabarelli De Fatis K., (2016). Podarcis siculus and Hemidactylus turcicus, new herpetological records from Trentino- Alto Adige region (Italy). Atti XI Congresso Nazionale Societas Herpetologica Italica, Trento 22-25 Settembre 2016.
  • Sindaco R., Doria G., Razzetti E. & Bernini F. (Eds.), (2005). Atlante degli Anfibi e dei Rettili d’Italia / Atlas of Italian Amphibians and Reptiles. Societas Herpetologica Italica, Edizioni Polistampa, Firenze, 791 pp.

E’ iniziato il monitoraggio dell’ululone dal ventre giallo (Bombina variegata) in Trentino. Si tratta di una specie di interesse conservazionistico, elencata nell’Allegato II della Convenzione di Berna e negli Allegati II e IV della Direttiva “Habitat”. L’attività, avviata nel 2017 nel Parco Locale del Monte Baldo e in Val di Cembra, quest’anno interesserà anche la Val di Non, la Valle del Sarca, l’area Bondone-Soprassasso e la Riserva Naturale della Scanuppia. 132 i siti d’indagine in tutto, distribuiti tra 100 e i 1700 metri di quota, principalmente rappresentati da vasche e raccolte d’acqua in ambiente agricolo e da pozze d’alpeggio.

 

Alcuni dei siti indagati nel corso del monitoraggio

 

3 i metodi di monitoraggio applicati (N.B. Tutte le attività di manipolazione vengono eseguite su specifica autorizzazione del Ministero dell’Ambiente):
1. Conteggi ripetuti;
2. Rimozione;
3. Cattura-marcatura-ricattura;

Nei conteggi ripetuti i ricercatori eseguono per 4 volte il conteggio degli individui avvistati. La ripetizione avviene sempre nello stesso sito, ma in 4 giornate diverse, tra loro ravvicinate. La rimozione comporta invece la cattura temporanea degli animali avvistati e il successivo rilascio nello stesso luogo del ritrovamento nel giro di 30-60 minuti. In questo caso, le sessioni di cattura ripetute sono 3 e vengono eseguite consecutivamente nel corso della stessa giornata, con un intervallo di circa 10 minuti tra una e l’altra. Il metodo della cattura-marcatura-ricattura è basato sul riconoscimento individuale degli animali catturati nel corso di 4 diversi campionamenti eseguite in giornate ravvicinate. Il riconoscimento è reso possibile grazie al rilievo fotografico del pattern ventrale degli ululoni, che rappresenta una sorta di impronta digitale dell’individuo.

 

Il pattern ventrale delle macchie, come un’impronta-digitale, permette il riconoscimento dei singoli animali.

 

Con ciascun animale catturato si procede quindi alla registrazione di una serie di dati: sesso, peso e lunghezza; vengono inoltre prelevati campioni biologici utili a identificare, mediante analisi del DNA, eventuali infestazioni da chitridiomicosi, una parassitosi fungina (Batrachochytryium dendrobatidis è il nome dell’organismo responsabile), che colpisce la “pelle” degli anfibi e che oggi è considerata tra la cause di declino degli anfibi. La conoscenza sulla presenza/assenza del parassita in Provincia e sull’entità di eventuali infestazioni è quindi un requisito fondamentale per la corretta gestione e conservazione della specie. Il prelievo è del tutto innocuo per l’animale ed è effettuato passando un tampone sulla cute.

Parallelamente al conteggio/cattura degli animali, vengono rilevate anche le caratteristiche ambientali dei siti indagati, allo scopo di individuare eventuali elementi in grado di influenzare la distribuzione e l’abbondanza delle popolazioni, evidenziando punti di forza e criticità. Il monitoraggio permetterà di aggiornare i dati sulla distribuzione della specie in Trentino, di effettuare stime del numero di animali presenti e di valutare, nel lungo periodo, trend demografici e fattori che ne regolano l’andamento. Il confronto tra diversi metodi di campionamento permetterà inoltre di sviluppare un protocollo per il monitoraggio della specie nel territorio provinciale al fine di una valutazione robusta sullo stato delle popolazioni, minimizzando gli sforzi di campionamento. Saranno inoltre messi in evidenzia gli elementi naturali e artificiali rilevati sul territorio che permetterebbero, attraverso piccoli interventi di ripristino e/o una corretta gestione, di aumentare la disponibilità di habitat riproduttivi presenti, favorendo la diffusione e la conservazione dell’ululone in Provincia di Trento.

La migrazione di rane e rospi dai siti di svernamento a quelli riproduttivi è in corso già da qualche settimana ed è facile avvistare lucertole termoregolarsi su muri e rocce (gli inglesi direbbero fare basking). E’ giunto quindi tempo di ricominciare la raccolta dati per l’aggiornamento dell’Atlante degli Anfibi e Rettili del Trentino!

Ramarro occidentale (Lacerta bilineata)            ph. Karol Tabarelli de Fatis

Gli erpetologi del MUSE hanno già portato a termine i rilevamenti programmati per il mese di marzo, in aree del Trentino meridionale a bassa quota dove anfibi e rettili si sono già risvegliati dal torpore dell’inverno, e altri sono in programma per tutta la stagione primaverile ed estiva.

Da aprile, mensilmente, pubblicheremo sul blog una sintesi delle attività svolte, delle specie avvistate e di eventuali curiosità, cosicché tutti gli interessati possano seguire gli sviluppi del progetto ed eventualmente partecipare alla raccolta dati.

 

Vi ricordiamo che contribuire all’Atlante è facile: basta avere una macchina fotografica e/o uno smartphone a portata di mano, sia che ci si trovi fuori casa, o nel proprio giardino o durante un’escursione, ogni osservazione risulta preziosa. Quando avvistate un anfibio o un rettile fotografatelo (bene a fuoco, ci raccomandiamo), meglio se da più angolazioni (ad esempio frontale, laterale e dorsale). Se attivate il tag GPS dalle impostazioni dello smartphone o avete una macchina fotografica di recente produzione, le vostre fotografie saranno complete delle informazioni necessarie, ovvero la data e l’ora dello scatto e le coordinate geografiche del sito. Se ciò non fosse possibile, è sufficiente che vi annotiate la data e la località precisa. Potete farci pervenire le vostre osservazioni (foto+info) scegliendo tra tre diverse modalità:

Nel caso in cui qualcuno di voi utilizzi già delle piattaforme di citizen science, ma diverse da iNaturalist (ad esempio Ornitho.it, con la sua app Naturalist), sarà sufficiente scaricare le vostre osservazioni sotto forma di foglio di calcolo (Excel) e condividerlo con noi tramite e-mail  (non ci è possibile scaricare i dati in autonomia come invece avviene per le piattaforme aperte come iNaturalist).

Buon herping a tutti!