L’ISTRICE ALLA CONQUISTA DEL NORD

“Incontri al museo per parlare di fauna” è il titolo della serie di appuntamenti dedicata al meraviglioso mondo degli animali. Ogni mese, una nuova opportunità per conoscere un diverso aspetto della biodiversità, illustrare le ultime novità nel campo delle ricerche sulla fauna e avvicinarsi al mondo della conservazione. La partecipazione è aperta a tutti: appassionati, curiosi, esperti e non.

Nel primo appuntamento del 2018, si parlerà di una specie molto particolare: l’istrice. Questo grande roditore, originario delle terre del Nord Africa e del Sud Sahara, in tempi recenti ha esteso il suo areale, arrivando anche nella nostra penisola. Fino agli anni Settanta, l’istrice era presente solo nelle regioni centro-meridionali. L’introduzione di un regime di tutela (in Italia, la specie è protetta dal 1978), unita ai mutamenti climatici, ne ha favorito però la diffusione, portandola alla conquista delle regioni settentrionali, Trentino Alto-Adige compreso.

Per l’occasione sarà con noi Emiliano Mori, ricercatore dell’Università di Siena, che per anni si è dedicato allo studio dell’istrice. Attraverso il racconto della sua recente espansione, affronterà i principali aspetti della biologia ed ecologia, svelerà le tante curiosità legate al comportamento, alle abitudini e alle strategie di questo pungente roditore, da molti ancora poco conosciuto.

L’appuntamento è per mercoledì 10 gennaio alle ore 20.45 presso la Sala Conferenze del MUSE-Museo delle Scienze

Il relatore: Emiliano Mori, nato il 20 Dicembre 1985 a Siena, laurea specialistica in Biodiversità ed Evoluzione all’Università di Pisa Master di II Livello in Conservazione della Biodiversità Animale all’Università “La Sapienza” di Roma, dottorato di ricerca in Biologia Evoluzionistica all’Università di Siena, sull’ecologia spaziale dell’istrice in contesti ecologici contrastanti. Attualmente lavora presso l’Università di Siena con un progetto di PostDoc sul tamia siberiano finanziato dall’Accademia Nazionale dei Lincei. Tra le altre pubblicazioni, ha all’attivo 60 articoli su riviste con Impact Factor (di cui 20 sull’istrice).

Di seguito, il programma completo degli eventi:

Congratulazioni a Matteo Facchinelli per il conseguimento della laurea triennale in Scienze Naturali presso l’Università degli Studi di Padova con il lavoro di tesi svolto presso il MUSE dal titolo: “Studio di una popolazione di Bombina variegata in ambienti agricoli della Val di Cembra (Trentino)”!

Val di Cembra (TN)

Val di Cembra (TN)

Vasca per la raccolta d'acqua, Val di Cembra (TN)

Vasca per la raccolta d'acqua, Val di Cembra (TN)

La 'marcatura' dell'individuo consiste in una fotografia del ventre che permetta confronto ed indentificazione dello stesso individuo nel caso di ricattura

La 'marcatura' dell'individuo consiste in una fotografia del ventre che permetta confronto ed indentificazione dello stesso individuo nel caso di ricattura

Ululoni dal ventre giallo

Ululoni dal ventre giallo

Lo studio di Matteo ha avuto lo scopo di effettuare una prima valutazione sulla distribuzione di Bombina variegata (ululone dal ventre giallo) in siti naturali e antropizzati della Val di Cembra, e di contribuire allo sviluppo di un protocollo per il monitoraggio della specie, in fase di realizzazione da parte del MUSE, da applicare nell’ambito del Piano di Monitoraggio delle specie di interesse comunitario (Direttiva Habitat 92/43/CEE) previsto dalla Provincia Autonoma di Trento (Azione A5 del progetto Life+T.E.N). Matteo ha applicato metodi di campionamento basati su tecniche di cattura-marcatura-ricattura su popolazioni rilevate in siti artificiali di ambiente agricolo, rappresentati da vasche per la raccolta dell’acqua. Per ciascun animale catturato ha rilevato parametri biometrici (peso, lunghezza). Le caratteristiche dei siti artificiali che possono influenzare la presenza della specie, sono state valutate attraverso il rilievo di parametri fisici e ambientali. I dati ottenuti hanno permesso un confronto con quelli relativi ad altre popolazioni del Trentino ottenuti in occasione di altri studi condotti dal MUSE. Inoltre hanno fornito informazioni utili allo sviluppo di adeguate strategie per la conservazione della specie.

Nella cornice dei monti innevati, si è svolta ad Udine il 28 e il 29 novembre il secondo modulo del corso sulla gestione dele banche dati sulla biodiversità proposto dalla Sezione, volto a formare nuove professionalità in grado di affrontare con competenza l’enorme flusso di dati ambientali che quotidianamente affluiscono nei database degli enti più svariati.
Tale modulo, denominato “GIS base” e tenuto dal dr. Paolo Tomè (libero professionista che da anni presta la sua competenza al mondo dei dati territoriali) si è focalizzato sulla gestione dell’informazione geografica: tramite l’utilizzo del software open source Quantum GIS (QGIS), i partecipanti hanno quindi avuto occasione di familiarizzare con i concetti e le operazioni di base tipiche dei sistemi GIS (Geographic Information Systems).

Il modulo ne segue un precedente, tenuto dal prof. Stefano Martellos, docente in Biodiversity Informatics all’Università di Udine, focalizzato sull’introduzione al trattamento dei dati primari di biodiversità, sulla storia dei grandi database federati oggi in uso e sulla digitalizzazione delle collezioni museali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ogni modulo del corso si inserisce all’interno della più grande iniziativa, coordinata per la parte tecnica dalla Sezione di Zoologia dei Vertebrati, mirante alla creazione di un grande database federato sovraregionale che coinvolga quanti più attori possibili nel comune sforzo di condivisione di dati: il progetto BioSTREAM (“BIO System for Transmission and Retrieval of Environmental Attributes and Models”).

I prossimi moduli, “GIS Avanzato”, “Database base” e “Database geografici” si terranno in videoconferenza a Venezia e ad Udine nei prossimi mesi, mentre il modulo conclusivo, “R” avrà luogo al MUSE ad inizio aprile 2018.