salamandra alpina

Finanziati attraverso l’Operazione 7.6.1. del Piano di Sviluppo Rurale della PAT, gli studi hanno riguardato habitat e specie Natura 2000 presenti nel territorio dell’area protetta.

Fra questi, la caratterizzazione degli habitat riproduttivi della salamandra nera (Salamandra atra), con un focus particolare circa la valutazione delle possibili azioni di tutela della specie. Altra attività condotta riguarda la caratterizzazione degli habitat prativi attraverso lo studio degli effetti della gestione di questi ambienti sulla biodiversità mediante indagini mirate su alcune specie indicatrici di qualità ambientale, come l’averla piccola (Lanius collurio) e il re di quaglie (Crex crex).

Lo studio ha preso anche in esame gli habitat forestali e quelli rupicoli. Nel primo ambito è stata condotta una indagine sullo stato di conservazione degli ecosistemi forestali, attraverso lo studio di alcuni tetraonidi, con particolare riferimento al francolino di monte (Bonasa bonasia) quali specie indicatrici, mentre per gli ambienti rupicoli sono state approfondite le conoscenze su alcune specie di rapaci che nidificano in tali contesti.

Queste attività, hanno lo scopo di implementare lo stato delle conoscenze di alcune specie e habitat Natura 2000 che caratterizzano il territorio, al fine di verificare l’efficacia delle misure di conservazione adottate e di concorrere all’aggiornamento o alla implementazione delle strategie di conservazione.

Fonte della notizia: https://www.parcopan.org/una-ricerca-del-parco-e-del-muse-su-habitat-e-specie-natura-2000/

Il 2019 regala le prime soddisfazioni per gli studenti e ricercatori ospitati dalla Sezione:

Luca Roner ha completato la Laurea Magistrale in Ecologia e Conservazione della Natura presso l’Università di Parma, discutendo la tesi dal titolo Ecologia trofica della salamandra alpina, Salamandra atra atra (Laurenti, 1768). La ricerca ha affrontato per la prima volta l’ecologia trofica della salamandra alpina, specie inserita nell’allegato IV della Direttiva Habitat.
La raccolta dati, avvenuta presso il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, è stata effettuata con la tecnica dello stomach flushing e con l’utilizzo di trappole a caduta (pitfalls), che hanno fornito dati sulla disponibilità trofica totale e notturna. I dati analizzati hanno permesso di ottenere informazioni sulla strategia trofica e la selettività delle prede nella salamandra alpina, evidenziando inoltre l’importanza della considerazione dell’etologia della specie nella pianificazione della raccolta dati.

 

Salamandra alpina (Salamandra atra atra). Ph. MIchele Chiacchio

 

Davide Scridel ha invece conseguito il Dottorato di Ricerca presso l’Università di Pavia, discutendo la tesi Alpine birds and climate change (Gli uccelli e il cambiamento climatico). La ricerca, quantomai attuale, ha esaminato le evidenze degli impatti dei cambiamenti climatici sulle popolazioni di avifauna di montagna su scala olartica, in termini di fisiologia, fenologia, interazioni trofiche, demografia e spostamenti di distribuzione osservati e previsti, considerando anche gli effetti di ulteriori fattori che interagiscono con i cambiamenti climatici, inasprendone o attenuandone gli effetti. Altro aspetto di indagine è quello che ha consentito una prima formulazione di una classificazione oggettiva dell’avifauna di montagna in “specialisti” e “generalisti”.
Significativo anche il focus sulla realtà italiana, utilizzata come caso-studio, e per la quale è stata dimostrata l’esistenza di una relazione tra il clima e i cambiamenti nella distribuzione degli uccelli negli ultimi 30 anni Tra le specie meglio approfondite, il fringuello alpino Montifringilla nivalis specie particolarmente sensibile ai cambiamenti climatici e utilizzata come modello al fine di migliorare le attuali conoscenze su biologia, ecologia e aspetti demografici delle specie d’alta quota e chiarire i meccanismi che determinano il declino dell’avifauna di montagna. I numerosi dati raccolti e le informazioni approfondite hanno infine permesso di sviluppare e proporre approcci conservazionistici innovativi per far fronte agli impatti del cambiamento climatico, su larga e piccola scala.

A entrambi vanno le nostre congratulazioni e i migliori auguri per una proficua continuazione delle loro attività.

Fringuello alpino (Montifringilla nivalis). Foto gentilmente concessa da Marco Melotti – Rifugio Bocca di Selva.