Ambito Biologia della Conservazione

A completamento del post pubblicato il 17 febbraio scorso, riguardante lo studio condotto dal MUSE con la collaborazione del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino sul fringuello alpino, riportiamo di seguito una comunicazione del gruppo Dolomiti BW con alcune indicazioni utili per l’invio di eventuali segnalazioni riguardanti fringuelli alpini inanellati:

“Durante il mese scorso, presso il rifugio Capanna Cervino (Passo Rolle), sono infatti stati inanellati i primi venti fringuelli alpini, ai quali speriamo possano presto aggiungersene di nuovi nelle prossime settimane. Ogni soggetto è dotato di un anello metallico alla zampa destra e di un anello colorato alla zampa sinistra. L’anello colorato è bianco con scritta rossa. La scritta è composta da 3 lettere maiuscole e va letto dall’alto verso il basso (dal corpo verso le dita; Fig.1).

Figura 1 – Esempio di marcatura dei fringuelli alpini inanellati a Capanna Cervino. Ph. Chiara Bettega

Fondamentale ora raccogliere riletture utili a descriverne gli spostamenti. Uno degli obiettivi della ricerca riguarda infatti proprio la raccolta di informazioni relative alla mobilità e agli spostamenti dei fringuelli alpini sulle Alpi. In questo senso gli appassionati (e non solo) possono fornire un contributo importante attraverso le loro osservazioni.

Chiediamo quindi a tutti i birder, “alpini” e non, e agli escursionisti di prestare particolare attenzione ai fringuelli alpini osservati e verificare l’eventuale presenza di anelli. In tal caso, se possibile, vanno scattate più foto (una ambientata, a riprendere tutto lo stormo e l’ambiente, e via via altre foto, con il soggetto inanellato, sino al dettaglio dell’anello colorato). L’obiettivo, se possibile, è leggere la scritta dell’anello colorato specificando colore dell’anello e colore della scritta. Nel caso non fosse possibile fotografarli chiediamo di provare a leggere l’anello.

Tenete presente che altre nazioni stanno inanellando fringuelli alpini sulle Alpi e sui Pirenei/Cantabrici, utilizzando anelli di diversi colori: Svizzera: anello rosso con scritta bianca; Spagna: anello blu con scritta bianca;
Italia (Appennini con Eliseo Strinella): anello bianco con scritta nera.

Come da protocollo, tutte le riletture vanno comunicate ad ISPRA (recoveries@isprambiente.it). Al fine di semplificare tale procedura ed alleviare il lavoro dei rilevatori, tutte le foto e le riletture vanno inviate a Chiara Bettega (chiara.bettega@gmail.com).

Nei rilievi Importante indicare sempre data, ora, rilevatori, località georeferenziata, numero totale di fringuelli alpini osservati, numero di fringuelli con anelli, numero di fringuelli di cui è stata effettuata la rilettura.

Grazie 1000 a tutti per la preziosa collaborazione e – naturalmente – Buon Bw!!!”

PROFESSIONISTI DELLA COMUNICAZIONE PER LA FAUNA, L’AMBIENTE E IL PAESAGGIO. APERTE LE ISCRIZIONI PER IL CORSO 2022/2023

Dopo il successo della prima edizione, riparte il Master di I Livello “Fauna e Human Dimension” – Professionisti della Comunicazione per la Fauna, l’Ambiente e il Paesaggio. Un percorso didattico vocato alla formazione di figure professionali altamente qualificate, in grado di lavorare con competenza ed efficacia nella divulgazione in ambito naturalistico e ambientale.

Il Master si rivolge sia a chi fa comunicazione e intende sviluppare e approfondire conoscenze in ambito naturalistico, sia a chi già possiede questo background formativo ma vuole acquisire gli strumenti necessari per operare professionalmente nel campo della divulgazione. Il punto di forza del Master è nel connubio fra lezioni teoriche – che offrono un solido punto di partenza per la comprensione delle problematiche – e attività pratiche, attraverso le quali gli studenti sviluppano esperienze di immersione in contesti esemplari, valorizzati come esclusivi casi di studio.

Un percorso estremamente dinamico e coinvolgente, dove si apprende e si sperimenta col supporto di docenti e professionisti della comunicazione accuratamente selezionati dal Comitato Scientifico-Didattico del Master. Il Master è offerto dall’Università degli Studi dell’Insubria (Varese, Como), in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach, il MUSE – Museo delle Scienze di Trento e l’Istituto Oikos (Milano): in questa seconda edizione si è aggiunto ai partner anche il quotidiano online VareseNews.

Il Master prenderà il via a fine marzo 2022, con i moduli di base erogati con lezioni online. Le attività pratiche si svolgeranno a partire da maggio 2022, con una settimana al mese di esercitazioni svolte con il coinvolgimento di professionisti della comunicazione della natura, dell’agricoltura e del paesaggio, in contesti di assoluta eccellenza, fra Trentino e Lombardia. Il percorso didattico è a numero chiuso (massimo 30 partecipanti), la quota di partecipazione è di 2.750 Euro. Le preiscrizioni sono aperte e chiuderanno il 28 febbraio prossimo.
Per Info e iscrizioni: http://uagra.uninsubria.it/master-faunahd

 

IL PROGRAMMA DEL MASTER «FAUNA HD» IN SINTESI

1500 ore complessive di attività pari a 60 CFU, distribuite su un anno: 152 ore di lezioni frontali; 320 ore di formazione con esercitazioni pratiche; 16 ore di formazione sulla sicurezza. Le restanti ore sono previste come impegno personale dello studente, tra studio individuale e stesura dell’elaborato finale.

Il percorso è strutturato su 2 Moduli Base e 4 Moduli di Attività Pratiche Caratterizzanti.
Moduli base – Sono dedicati rispettivamente agli aspetti di ecologia e biologia della conservazione (Modulo A) e alla teoria e alle tecniche di storytelling e comunicazione (Modulo B). Tutte le lezioni vengono messe a disposizione sulla piattaforma e-learning dell’Università degli Studi dell’Insubria e sono fruibili on demand.
È possibile fare richiesta di esonero da uno dei due moduli, in base al titolo di studio di cui si è in possesso.

Attività Pratiche Caratterizzanti – 4 moduli suddivisi a loro volta in 4 sottomoduli specifici, per un totale di 16 attività che hanno luogo con cadenza di una settimana al mese.
Modulo C. Comunicare la Biodiversità
Modulo D. I linguaggi e il racconto della Natura
Modulo E. Strumenti per la comunicazione e l’educazione ambientale
Modulo F. Strategie di comunicazione e processi partecipativi
Le attività pratiche si configurano come esercitazioni abbinate ad approfondimenti teorici, a diretto contatto con esperienze particolarmente significative. Gli studenti sono coinvolti nell’applicazione pratica di quanto trattato in ogni esercitazione, anche attraverso la produzione di un elaborato in vari supporti.
Il percorso per conseguire il Diploma del Master si completa con un tirocinio della durata di 180 ore e la presentazione di una tesi finale. Il tirocinio può essere svolto presso l’Università degli Studi dell’Insubria, presso gli Enti partner (FEM, MUSE, Istituto Oikos, VareseNews) o in collaborazione con altri soggetti individuati dal candidato, anche sulla base di specifiche opportunità professionali, e valutati idonei dal Comitato Scientifico-Didattico del Master.

 

a cura di Luca Roner e Antonio Romano

Quando in una giornata autunnale di pioggia vediamo una salamandra pezzata (Salamandra salamandra) muoversi sulle foglie del sottobosco, la nostra attenzione è attirata principalmente dai colori accesi della sua livrea. Quasi non facciamo caso alla coda che l’urodelo (così vengono classificati gli anfibi “portatori di coda”) si trascina stancamente dietro. Eppure, l’analisi approfondita di questa porzione del corpo può svelarci aspetti inediti della vita di queste creature.

Oltre a giocare un ruolo importante nella locomozione, la coda può infatti rivestire altre funzioni: nelle salamandre, ad esempio, l’accumulo del tessuto adiposo, importante fonte energetica, avviene principalmente in questa zona del corpo. Ma la quantità di tessuto adiposo della coda può rappresentare un buon indicatore della condizione corporea generale?

Per rispondere a questa domanda i ricercatori del MUSE, in collaborazione con il CNR, l’Università di Genova (DISTAV) e il Conservatoire D’espaces Naturels de Provence-Alpes-Côte d’Azur, hanno confrontato i dati di larghezza della coda (correlata al tessuto adiposo in essa contenuto) provenienti da sei diversi taxa di salamandre mediterranee, con l’Indice di Massa Scalare, una misura ottenuta da dati morfometrici e da tempo impiegata nella stima della condizione corporea degli anfibi.

I risultati ottenuti hanno dimostrato che la larghezza della coda è da considerarsi un buon indicatore della condizione corporea solo in casi ristretti: tale parametro è infatti pesantemente influenzato dalle caratteristiche ecologiche e riproduttive delle singole specie. Nel geotritone imperiale (Speleomantes imperialis), il tessuto adiposo accumulato nella coda delle femmine è risultato significativamente maggiore rispetto a quello dei maschi: in questa specie le cure parentali possono protrarsi fino a 52 giorni dopo la schiusa e le femmine necessitano quindi di accumulare una quantità di riserve energetiche maggiore. Il diverso accumulo di tessuto adiposo tra sessi è stato riscontrato anche nel tritone corso (Euproctus montanus), come probabile conseguenza del comportamento riproduttivo della specie, che affidando alla coda del maschio un ruolo attivo, necessita della presenza di una buona quantità di tessuto muscolare.

Nelle salamandre terrestri prese in esame (salamandrina dagli occhiali, Salamandrina perspicillata; salamandra alpina, Salamandra atra atra; e salamandra di Aurora; Salamandra atra aurorae)l’accumulo di tessuto adiposo nella coda è risultato positivamente correlato con l’Indice di Massa Corporea: in queste specie, infatti, la coda non possiede una specializzazione particolare, non sono presenti cure parentali e l’accoppiamento non necessita dell’utilizzo della stessa.

Di particolare interesse per il territorio trentino sono i dati riguardanti le due sottospecie di salamandra alpina, le quali evidenziano il maggior accumulo di tessuto adiposo tra tutte le salamandre prese in esame. Tale caratteristica è strettamente correlata all’ecologia di questi urodeli: la forte stagionalità che contraddistingue gli ambienti in cui questi animali vivono limita la loro attività a pochissimi mesi l’anno, con un accesso alle risorse trofiche molto ridotto.

Ulteriori approfondimenti riguardo questo studio sono disponibili sulla piattaforma ResearchGate al seguente link:
https://www.researchgate.net/publication/352491953_Energy_storage_in_salamanders’_tails_the_role_of_sex_and_ecology