Se sia l’opinione pubblica a influenzare i temi e le narrazioni proposti dai giornali, o viceversa, o entrambe le cose, è un tema dibattuto e complesso. Sicuramente le due cose sono fortemente interconnesse. Ad ogni modo, se si vuole capire “che aria tira” su un certo argomento non c’è che analizzare le notizie pubblicate dai giornali. Tra i temi che negli ultimi anni ha trovato ampio spazio sui quotidiani ritroviamo quello dei grandi carnivori. Pensiamo al lupo, protagonista di una rapida ricolonizzazione naturale in tutta Italia e non solo. Nelle regioni delle Alpi orientali italiane, fino a una decina di anni fa, il lupo sembrava qualcosa di molto lontano. Chi avrebbe mai pensato che si sarebbero contati oltre 30 branchi nel 2020-2021?
Questo ritorno ha portato con sé problematiche e risvegliato paure che erano ormai state dimenticate, cogliendo impreparata una società non più abituata alla presenza di questi predatori. In questo contesto, l’analisi delle percezioni, dei temi, dei giudizi che ruotano intorno alla specie, lo studio, in altre parole, della sua “Dimensione umana” (Human Dimension in inglese) rappresenta un passaggio fondamentale verso la sua conservazione e la mitigazione dei conflitti. Nasce da queste premesse lo studio svolto dai ricercatori del MUSE in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia e recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Human Dimensions of Wildlife, con lo scopo principale di “fotografare” la rappresentazione del lupo nei giornali locali delle regioni delle Alpi orientali italiane. Lo studio è stato svolto nell’ambito del progetto LIFE WolfAlps EU, un progetto co-finanziato dall’Unione Europea che coinvolge quattro Paesi e 20 partner dell’arco alpino, con l’obiettivo di migliorare la coesistenza tra lupo e attività umane nelle Alpi.
Nello specifico, sono state analizzate la copertura (numero di articoli pubblicati sul tema lupo) e la valenza (il giudizio che la notizia trasmette sul lupo: positivo, negativo oppure neutro) delle notizie pubblicate sul lupo dai giornali locali in Veneto, Trentino e Alto Adige tra il 2019 e il 2020. Questi sono indicatori molto utili per comprendere il livello d’interesse pubblico verso il tema, e ci aiutano a capire quali siano le opinioni e i giudizi predominanti.
Si è quindi passati ad un esame più approfondito dei contenuti e ad una valutazione dettagliata di titoli, sottotitoli, immagini e testo, oltre che del tipo di narrazione prevalente sul lupo e dei temi maggiormente trattati nelle tre aree di studio (Figura 1). Ciò che è emerso dall’analisi di 803 notizie pubblicate è una grande eterogeneità spaziale in termini di copertura, valenza e temi trattati.
I risultati mostrano una rappresentazione generalmente neutra del lupo e una predilezione per i temi legati alla gestione della specie e alle predazioni, con interessanti differenze sia tra aree geografiche che testate giornalistiche.
Tra le province oggetto di confronto (Trento, Bolzano e Belluno), Belluno è quella con la più alta copertura (maggior numero di articoli pubblicati) e la rappresentazione più negativa della specie, mentre la provincia di Trento è risultata essere quella con il numero più alto di notizie positive (Figura 2). Anche all’interno della provincia di Bolzano la rappresentazione del lupo varia molto tra testate giornalistiche di lingua italiana e tedesca, con una predominanza di articoli negativi nelle seconde.
Anche le tematiche e le categorie di soggetti intervistati nelle notizie variano molto a seconda della provincia. Nelle provincie di Belluno e Bolzano, i temi più frequenti sono quelli delle predazioni e della gestione della specie. In Trentino i temi principali rilevati sono gestione, stato della popolazione, avvistamenti e ritrovamenti di esemplari morti.
Questo studio rappresenta la prima indagine della rappresentazione del lupo nei giornali nell’area alpina italiana e un importante punto di partenza per l’identificazione e la comprensione delle criticità locali oltre che del ruolo dei mezzi di comunicazione nella percezione del lupo da parte dell’opinione pubblica. Appare infatti evidente il ruolo chiave di giornali e giornalisti nel ridurre i conflitti e migliorare la coesistenza. L’utilizzo di espressioni e immagini più neutre, messaggi obiettivi basati su evidenze scientifiche, l’attenzione verso argomenti capaci di ridurre il conflitto anziché accentuarlo… tutto può concorrere ad un approccio più consapevole, informato ed equilibrato sul tema “lupo”.
Altro aspetto riguarda lo sviluppo di linee guida e manuali specifici che affrontino la disinformazione e spieghino come scoprirla e affrontarla (si veda ad esempio il manuale “Lupus in bufala” prodotto nell’ambito del progetto LIFE WolfAlps EU).
In un’epoca in cui sono le notizie sensazionalistiche quelle che più trovano spazio e risonanza, trovare questo equilibrio non è facile, ma conoscere i fattori che guidano gli atteggiamenti e la narrazione mediatica e i loro cambiamenti può sicuramente contribuire al suo raggiungimento.