Ambito Biologia della Conservazione

Circa un mese fa, alla fine di ottobre, sui valichi trentini di Bocca Casét e del Passo Brocon, terminava la nostra attività di inanellamento e monitoraggio della migrazione. Nello stesso periodo, le diverse stazioni aderenti al Progetto ALPI smontavano il loro impianto. L’ultima, a metà novembre, è stata Passo di Spino, nella Foresta Gardesana Occidentale (BS).

Il 2017 si è rivelata un’annata caratterizzata da un passaggio abbondante dei migratori: nei tre mesi trascorsi a Bocca Casét sono stati inanellati più di 12.000 uccelli, mentre presso il Passo Brocon, in un solo mese di attività si è superata quota 7.000. Numeri record per le due stazioni. Il passaggio è stato consistente per molte specie, in particolare migratrici a corto raggio: lucherino, cincia mora, fringuello, crociere, peppola, solo per citare quelle con più individui inanellati. La stagione si è inoltre contraddistinta per varietà: 81 specie inanellate al Casét, 61 al Brocon (a cui si aggiungono due ibridi fringuello x peppola).

Due delle specie nuove catturate quest’anno: il picchio rosso minore (Dendrocopos minor) al Passo Brocon e la Poiana comune (Buteo buteo) a Bocca Caset.

Ciascuna delle due stazioni può poi vantare la cattura di alcune specie mai inanellate prima: rondone comune, poiana e quaglia a Bocca Caset, allocco e picchio rosso minore al Passo Brocon. Con un tale movimento di migratori poi, non potevano mancare le ricatture estere: un lucherino e un tordo bottaccio dalla Lituania, una cinciarella dalla Polonia, un regolo dalla Repubblica Ceca e un pettirosso dalla Francia.

Dopo due anni di migrazione scarsa, questi numeri e cifre rappresentano un bilancio decisamente positivo, e il ragionamento più immediato potrebbe indurre a pensare che quest’anno la riproduzione sia andata bene su al nord. Eppure qualcosa ci trattiene dal ritenerci pienamente convinti di questa ipotesi.

Alcune delle ricatture straniere delle nostre stazioni. Da sx verso dx: lucherino (Spinus spinus), pettirosso (Erithacus rubecula) e tordo bottaccio (Turdus philomelos).

Da più di vent’anni il Progetto ALPI monitora la migrazione tardo-estiva ed autunnale degli uccelli. I dati raccolti ci hanno insegnato come gli spostamenti dei migratori seguano una certa ciclicità, alternando annate di passaggio abbondante ad altre di minor intensità. I fattori che regolano le oscillazioni dei flussi osservati sulle Alpi in autunno sono molteplici e comprendono il successo riproduttivo delle popolazioni di origine, le condizioni atmosferiche e meteorologiche, la disponibilità di risorse alimentari nei siti di origine e di transito. Quindi, è affrettato affermare che un’annata come questa sia positiva per i migratori, in quanto l’abbondanza osservata sulle Alpi potrebbe essere relazionata a cattive condizioni climatiche o a una scarsa disponibilità alimentare nelle aree centro e nordeuropee di provenienza, che avrebbero costretto le popolazioni di uccelli lì presenti ad un “fuggi fuggi generale” verso l’Europa meridionale e le Alpi, alla ricerca di nutrimento.

Alcune delle specie catturate con maggior frequenza in questo 2017: cincia mora (Periparus ater), crociere (Loxia curvirostra) e lucherino (Spinus spinus).

Per noi e per il Progetto ALPI è stato un anno “record”, molto impegnativo, ma anche ricco di osservazioni e specie. Per gli uccelli europei potrebbe essere stato un anno problematico, con una difficile stagione invernale ormai alle porte ancora da affrontare. Il Progetto ALPI tornerà l’anno prossimo, per descrivere e raccontare ancora l’affascinante e dura storia della migrazione degli uccelli.

E’ quasi estate, la bella stagione è avviata e sicuramente molti di noi stanno già organizzando delle passeggiate tra fondovalle, prati alpini e ghiaioni nella provincia di Trento. Queste potrebbero essere delle occasioni preziose per osservare e fotografare anfibi e rettili e contribuire all’Atlante!

Partendo dal presupposto che ogni osservazione è importante, è utile considerare che al fine dell’Atlante alcune aree del Trentino sono più interessanti di altre. Tra queste annoveriamo aree difficili da perlustrare o aree dove non sono ancora stati diretti sforzi di monitoraggio e/o da cui non sono pervenute osservazioni occasionali.

I dati raccolti per la stesura del precedente Atlante degli Anfibi e dei Rettili del Trentino (pdf qui) fino al 2001 e quelli raccolti dal 2002 ad oggi (che sono continuamente aggiornati), sono visualizzabili sul webGIS che la Sezione di Zoologia dei Vertebrati ha sviluppato nell’ambito del progetto LIFE+T.E.N. (http://webgis.muse.it/webgis/). Nella mappa del Trentino che troverete aprendo il link, potete selezionare una specie di vostro interesse (e non solo anfibi e rettili) usando il nome latino o comune e visualizzare dove quella specie è stata osservata.

In questo modo, se organizzate un’escursione e vi capita di osservare anfibi o rettili, saprete se quella particolare specie è già nota o meno in quella zona! Vi ricordiamo che potete mandarci le foto delle vostre osservazioni o segnalazioni di altro tipo all’indirizzo e-mail anfibi.rettili@muse.it, oppure caricarle su inaturalist o ornitho.it, o mandarle come messaggio privato alla pagina Facebook @RettiliAnfibiTrentinoAltoAdige.

 

 

 

 

 

In occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità che si festeggia ogni anno il 22 maggio, il MUSE organizza una serie di eventi che si terranno il week-end del 20-21 maggio.

Per gli eventi in programma al MUSE nella giornata di domenica 21 vi consigliamo di cliccare qui per visitare la relativa pagina facebook.

Se invece avete voglia di trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta, il MUSE e la Rete delle Riserve del Bondone hanno organizzato due appuntamenti nella bellissima zona dei Laghi di Lamar, Terlago-Vallelaghi:

  • sabato 20 ore 20-22     Paolo Pedrini, curatore della Sezione di Zoologia dei Vertebrati del MUSE, e Claudio Torboli di Albatros srl guideranno i partecipanti alla scoperta di pipistrelli e rapaci notturni
  • domenica 21 ore 10-16     Bioblitz Trentino – cercatori di biodiversità. Un gruppo di esperti ‘armati’ di retini, microscopi e guide naturalistiche aiuteranno i partecipanti a scoprire e identificare macroinvertebrati, piante, anfibi e rettili che vivono nell’area e a calarsi nel mondo della ricerca scientifica

Entrambi gli appuntamenti saranno una buona occasione per parlare di Atlante, delle modalità di condivisione delle osservazioni e di tanto altro!

Vi aspettiamo!!