a cura di Veronica Nanni. Foto di copertina: Rob Hurson

Facebook, Twitter, Instagram, YouTube, Reddit, Pinterest: i social media sono ormai parte della nostra vita quotidiana. Li utilizziamo per tenerci in contatto con gli amici, per pubblicare frammenti e istantanee delle nostre vite e per tenerci informati su quanto accade. È infatti con frequenza crescente che gli utenti utilizzano queste piattaforme come principale fonte d’informazione e punto di riferimento per apprendere le notizie provenienti dal mondo. Abbiamo la possibilità di condividere, filtrare e personalizzare le notizie che leggiamo, ma siamo sicuri di poterci fidare di questo immenso flusso di informazioni?

Purtroppo, non tutto quello che circola sui social, e sul web in generale, è veritiero e la crescente diffusione delle cosiddette fake news ne è la prova. In altre circostanze invece, l’informazione, pur basandosi su fatti reali, viene enfatizzata, spettacolarizzata, condita con toni sensazionalistici e approdando sui differenti canali dei social media si propagata velocemente, riecheggiando nello spazio e nel tempo. È quanto emerso in un recente lavoro pubblicato su Frontiers in Ecology and Evolution. Lo studio si è concentrato sulle modalità con cui notizie relative ai grandi carnivori pubblicate dai giornali venissero poi riprese e condivise attraverso i social media (Fig.1).

Figura 1. Alcuni esempi di titoli, sottotitoli e immagini contenute negli articoli analizzati suddivise secondo la classificazione sensazionalistica (graphic) o non sensazionalistica (non-graphic). [Photo credits]

I dati emersi dall’analisi mirata di articoli pubblicati online da testate internazionali e riguardanti casi di attacchi di Grandi Carnivori all’uomo si sono rivelati estremamente interessanti e, in alcuni casi, allarmanti. Tra questi, il dato che riguarda lo stile dell’informazione: sui social, a farla da padrone, sono le notizie caratterizzate da un tipo di informazione violenta e sensazionalistica, che risultano essere le più condivise dagli utenti. Altro aspetto riguarda il ruolo delle immagini nel catturare l’attenzione del lettore: la presenza di una o più immagini nell’articolo, ne facilita la condivisione. Contrariamente a quanto ci si sarebbe potuti aspettare, invece, la visibilità del giornale non influenza il numero di condivisioni sui social, simili per articoli provenienti da testate locali, nazionali e mondiali, con ricadute dirette sulla risonanza dell’episodio: anche un evento estremamente localizzato può essere proiettato su scala globale grazie all’utilizzo dei social media.

A differenziare le testate mondiali e nazionali da quelle locali era invece il tipo di informazione condivisa: per le prime, erano gli articoli sensazionalistici ad essere maggiormente rilanciati, mentre per le seconde, i racconti di attacco all’uomo venivano condivisi a prescindere dallo stile adottato (Figura 2B). È probabile che la vicinanza al luogo in cui si è verificato l’incontro, colpisca il lettore indipendentemente dal sensazionalismo o meno della notizia, mentre un evento lontano richieda un contenuto “forte” per essere condiviso. Ulteriori osservazioni riguardano la differenza nel numero di condivisioni per le diverse specie considerate, probabile riflesso di alcuni aspetti culturali e sociali. Lo squalo e l’alligatore, per esempio, ottengono sempre una grande risonanza, a prescindere dal modo in cui la notizia veniva riportata. Questi due animali acquatici, così lontani da noi nella linea evolutiva e che vivono un ambiente a noi poco familiare, potrebbero godere di una nostra minor empatia, sono capaci di smuoverci emotivamente e risvegliare le nostre paure più ancestrali, catturando la nostra attenzione anche quando l’evento del loro attacco viene raccontato con toni neutrali.

Figura 2. (A) differenza nel numero di condivisioni (NTS) per articoli sensazionalistici (graphic) e non sensazionalistici (non graphic), si nota come gli articoli sensazionalistici siano significativamente più condivisi sui social. I due box plots successivi mostrano una differenza nel numero di condivisioni tra articoli sensazionalistici (in rosso) e articoli non sensazionalistici (in bianco) per: (B) tipologia di testata giornalistica (locale, nazionale o mondiale); e (C) specie. Modificata da Nanni et al, 2020. [Photo credits]

L’uomo ha una paura istintiva dei predatori, ma questa paura può essere alimentata dal tipo di informazioni veicolate dai giornali e dalla loro diffusione sui social media. La ricerca mostra come i social media stiano contribuendo alla diffusione di un’informazione fortemente sbilanciata verso una visione dei predatori quali animali violenti, capace di condurre il pubblico a paure ingiustificate ed amplificate, diminuendo di conseguenza la tolleranza verso i grandi carnivori e ostacolando gli sforzi fatti fino ad ora per la conservazione di queste specie.

Per approfondire:

Siti:
https://ec.europa.eu/environment/nature/conservation/species/carnivores/index_en.htm
http://www.crocodile-attack.info/
https://www.floridamuseum.ufl.edu/shark-attacks/

Pagine social:
EuroLargeCarnivores channel
Piattaforma Locale Grandi Carnivori
Io non ho paura dellupo
CarnivoreCoexistence

 

 

Un grande evento per celebrare l’inizio della primavera, della Giornata Internazionale della Poesia e quella delle Foreste: una rassegna di poesia, un’installazione artistica di Lorenzo Megnuzzato (in arte, Lome), una competizione poetica e un convegno con Isidoro Furlan, Generale in Riserva dei Carabinieri Forestali. Il tutto inserito nella pittoresca cornice del Palazzo delle Albere. O per lo meno così doveva svolgersi “Cantico” nell’idea originale.

Un programma ricco, completamente rivoluzionato dalle importanti restrizioni adottate per far fronte all’emergenza Coronavirus. “Cantico” si è così trasferito sul web, inaugurando il nuovo filone di proposte radiofoniche di MUSE On Air nell’ambito delle iniziative elaborate dal MUSE per #iorestoacasa.

Ne è uscita una proposta culturale originale, per oltre 220 minuti di intrattenimento, in cui le voci dei poeti (22 in tutto) si sono alternate a riflessioni sulla natura e i racconti delle operazioni anti-bracconaggio dell’Arma dei Carabinieri. Un’opportunità per riflettere sulla necessità di curare e conservare la nostra “casa comune”, la sua biodiversità e promuovere cultura, qui rappresentata dal linguaggio poetico, sensibilizzando al tempo stesso sul tema del bracconaggio, odioso crimine di cui ancora oggi troppi animali sono vittima.

Per riascoltare il podcast, realizzato con la collaborazione del “Bosco dei poeti”, visita il sito:
https://www.spreaker.com/show/cantico

 

Installazione anteprima Cantico

 

I poeti e le poetesse che hanno aderito:
Antonella Bragagna
Annamaria Ercilli
Laura Moser
Massimo Parolini
Giovanna Sartori De Vigili
Reinhard Christanell
Nadia Scappini
Mariano Bortolotti
Lia Cinà Bezzi
Luciano Daldoss
Luisa Gretter Adamoli
Giuliano Natali (diaolin)
Lilia Slomp Ferrari
Corrado Zanol
Angelo Magro
Mariavittoria Keller
Micaela Bertoldi
Marangoni Annachiara
Riccarda Turrina
Alda Baglioni
Renato Sclaunich
Paolo Domenico Malvinni

Immagine di copertina: Cantico – Lorenzo Menguzzato

Le interazioni tra specie in un clima che cambia

by Mattia Brambilla on

Le interazioni tra specie svolgono un ruolo cruciale nel determinare la presenza delle specie e le caratteristiche delle comunità biologiche. Comprendere queste interazioni è quindi fondamentale per prevedere correttamente la risposta delle specie ai cambiamenti climatici. La ricerca, condotta insieme a numerosi ricercatori provenienti da altre regioni dell’arco alpino e basata su migliaia di dati raccolti in Italia, Svizzera, Austria e Slovenia, ha studiato i fattori che determinano la distribuzione di quattro specie di uccelli legati agli ambienti forestali e con una diversa sensibilità al cambiamento climatico.

Picchio nero, civetta capogrosso, allocco e allocco degli Urali mostrano tra loro diverse relazioni interspecifiche, che vanno dalla facilitazione (i nidi di picchio nero sono riutilizzati da allocco e, soprattutto, civetta capogrosso), alla competizione (tra le due specie di allocco), alla predazione (da parte dell’allocco ai danni della civetta capogrosso, da parte dell’allocco degli Urali a danno degli altri due Strigidi). In questo lavoro abbiamo modellizzato la distribuzione potenziale delle quattro specie e testato “sul campo” se la distribuzione di quelle più diffuse (escludendo quindi l’allocco degli Urali) fosse o meno influenzata dalle interazioni interspecifiche. Abbiamo quindi modellizzato la distribuzione potenziale futura delle quattro specie, valutando se i cambiamenti climatici previsti influenzare la potenziale sovrapposizione tra le specie e quindi le interazioni tra di esse.

La copertura e la tipologia forestale sono risultate importanti nel determinare l’idoneità ambientale per tutte le quattro specie; i parametri climatici hanno invece mostrato importanza variabile a seconda delle specie (massima per la civetta capogrosso). Modelli che valutano l’effetto delle caratteristiche ambientali (inclusa la presenza di altre specie) sull’abbondanza delle specie target, tenendo conto allo stesso tempo delle variazioni nella contattabilità, hanno confermato l’importanza delle interazioni interspecifiche, soprattutto per la civetta capogrosso (con effetto positivo del picchio nero e negativo dell’allocco).

I cambiamenti climatici avranno impatti su questo gruppo di specie forestali sia a livello di singole specie che nell’insieme, dal momento che le potenziali aree di sovrapposizione, cruciali per le interazioni tra specie, andranno incontro a importanti variazioni nei prossimi decenni. La civetta capogrosso in particolare, la specie più sensibile al cambiamento climatico, andrà incontro ad una riduzione di areale (-65% nello scenario peggiore) causata soprattutto dall’aumento delle temperature; in aggiunta, la sovrapposizione di areale con l’allocco, suo principale predatore, aumenterà decisamente nell’areale residuo della specie: i cambiamenti climatici avranno quindi un impatto sulla civetta capogrosso sia diretto che indiretto, attraverso il verosimile aumento della predazione da parte dell’allocco.

 

I cambiamenti climatici causeranno una profonda alterazione spaziale delle dinamiche di interazione, con conseguenze differenti per le varie specie appartenenti alla guild, e un generale aumento, in termini spaziali, dei processi di competizione e/o predazione (come schematicamente riassunto nella figura tratta dall’articolo e sopra riportata). Questo lavoro mostra l’importanza delle interazioni interspecifiche e come esse saranno stravolte dal cambiamento climatico, rafforzando ulteriormente la necessità di includere tali interazioni nei modelli previsionali per incrementarne l’accuratezza.

Articolo di riferimento:
Brambilla, M., Scridel, D., Bazzi, G., Ilahiane, L., Iemma, A., Pedrini, P., Bassi, E., Bionda, R., Marchesi, L., Genero, F., Teufelbauer, N., Probst, R., Vrezec, A., Kmecl, P., Mihelič, T., Bogliani, G., Schmid, H., Assandri, G., Pontarini, R., Braunisch, V., Arlettaz, R., Chamberlain, D., 2020. Species interactions and climate change: How the disruption of species co‐occurrence will impact on an avian forest guild. Glob. Chang. Biol. gcb.14953. https://doi.org/10.1111/gcb.14953