«LIFE WITH BEARS» è il titolo della XXVI Conferenza dell’International Bear Association, tenutasi dal 16 al 21 settembre a Lubiana e che ha visto riunirsi nella città slovena i più grandi esperti internazionali di orso che, a vario titolo (ricercatori, conservatori, tecnici, manager e divulgatori), lavorano per la conservazione dell’orso nel mondo.

 

26° Conferenza Internazionale dell’IBA “Life with Bears”, Lubiana (Slovenia). Ph. Marta Gandolfi / Arch. MUSE

 

La conferenza, organizzata nell’ambito del Progetto europeo Life Dinalp Bear  ha visto la partecipazione della nostra sezione con 2 poster e una presentazione orale. Oggetto di presentazione dei poster sono stati il monitoraggio dell’orso tramite la tecnica del fototrappolaggio, realizzato nell’ambito di un progetto di dottorato, in collaborazione con la Sezione di Biodiversità Tropicale del MUSE e con il Servizio Foreste e fauna della Provincia Autonoma di Trento (dottoranda: Valentina Oberosler), e l’esperienza ormai quasi ventennale nella comunicazione sull’orso bruno in Trentino, dalla reintroduzione fino ai giorni nostri, con una panoramica di tutte le realtà che, come il MUSE, collaborano con il Servizio Foreste e fauna della PAT per una diffusione capillare delle informazioni scientifiche sulla specie (presentato da: Marta Gandolfi).

La presentazione orale ha invece affrontato il tema degli attacchi di orso bruno all’uomo su scala globale, offrendone una panoramica generale. Anche in questo caso l’analisi è frutto delle ricerche condotte in un secondo progetto di dottorato, in collaborazione con l’Università di Oviedo (Spagna), (dottoranda: Giulia Bombieri).

 

Presentazione del lavoro “Brown bear attacks on humans: a worldwide overview”, da parte di Giulia Bombieri. Ph. Marta Gandolfi – Arch. MUSE.

 

Anche in questa occasione, la Conferenza Internazionale dell’IBA si è rivelata un’esperienza positiva di aggiornamento sulla conservazione dell’orso a livello mondiale ed un’opportunità di incontro con colleghi, ricercatori ed esperti di fama mondiale, per acquisire nuove conoscenze, condividere esperienze e ottenere input positivi per nuovi progetti futuri.

Qui potete scaricare i PDF dei due poster presentati alla conferenza:

 

Gli attacchi dei grandi carnivori raccontati dai giornali

by Giulia Bombieri on

Perché abbiamo paura dei grandi carnivori? Sarà per le ancestrali rivalità, per esperienza diretta, o perché ce lo dicono i giornali?

In uno studio recentemente pubblicato nella rivista BioScience, ci siamo chiesti in che modo le notizie pubblicate dai mass media internazionali presentino gli attacchi all’uomo da parte di grandi carnivori. È risaputo, infatti, che l’utilizzo di un linguaggio e di immagini violenti e crudi (i cosiddetti graphic contents) aumenta la probabilità che un evento resti impresso nella nostra mente e condizioni negativamente la nostra percezione dell’evento stesso. Nonostante gli attacchi all’uomo siano eventi rari, quando accadono, attirano una sproporzionata attenzione da parte dei media locali e internazionali, i quali, spesso e volentieri, per accaparrarsi qualche lettore in più, non esitano ad ingigantire e drammatizzare i fatti facendo leva sulle nostre paure.

Eccetto attirare facili lettori e creare inutile allarmismi, però, questa ‘tecnica’ non solo non dà nessuna informazione utile al pubblico sul potenziale rischio di essere attaccati e su cosa fare in caso di un incontro ravvicinato con un grande carnivoro, ma neutralizza anche il duro lavoro che le istituzioni portano avanti per promuovere una corretta informazione sui grandi carnivori.

Quello che è emerso dall’analisi del contenuto di più di 1500 articoli di testate internazionali pubblicati tra il 2005 e il 2016, è che circa la metà degli articoli contengono elementi (linguaggio o immagini) violente. Un risultato allarmante, se pensiamo a quante persone, al giorno d’oggi, hanno accesso a questi articoli grazie a internet e, soprattutto, a quante persone credono ciecamente a tutto ciò che leggono sui giornali o, in generale, sul web.

Questo è ciò che è emerso solamente considerando gli articoli riguardanti gli attacchi all’uomo; cosa ne uscirebbe se analizzassimo tutti gli articoli pubblicati dai giornali sui grandi carnivori? In Italia, probabilmente, i risultati sarebbero preoccupanti, vista l’evidente disinformazione che circola soprattutto nei periodici locali. Ma è davvero così difficile, per un giornalista, informarsi adeguatamente prima di scrivere un articolo che verrà letto da centinaia di persone? Di esperti in materia di grandi carnivori, per fortuna, ce ne sono abbastanza e non sarebbe male lasciare che siano loro a fare informazione sul tema.

Ad ogni modo, se le notizie pubblicate dai mass media siano la causa o la conseguenza delle nostre paure rimane una questione aperta…

 

Foto: Vincenzo Penteriani

E’ con piacere che vi segnaliamo questa interessante proposta formativa promossa dall’Università degli Studi dell’Insubria e che vede coinvolti la Fondazione Edmund Mach di S. Michele all’Adige, il MUSE – Museo delle Scienze di Trento e Istituto Oikos,

Il Master MaCoN nasce da un’dea: elaborare un’offerta didattica in grado di formare professionalità competenti in ambiti diversi ma complementari, oggi sempre più necessarie e richieste dal mercato del lavoro. Si rivolge infatti a 2 figure professionali: da un lato gli addetti alla comunicazione che desiderano sviluppare competenze specifiche in ambito naturalistico; dall’altro chi si occupa di scienze naturali ed è interessato ad acquisire le conoscenze necessarie a comunicare in maniera efficace il proprio lavoro.

Il Master ha un approccio multidisciplinare, indispensabile per comprendere le complesse dinamiche dell’ambiente e l’interazione con le attività dell’uomo. Le lezioni teoriche approfondiscono temi come promozione e valorizzazione del territorio, educazione ambientale, web journalism e governance degli Enti locali, e si affiancano a laboratori pratici, a Varese e in Trentino.

Il percorso è strutturato in 2 moduli introduttivi in aula per fornire le competenze di base nell’ambito di Ecologia e Biologia della Conservazione (Modulo A) e Teorie e Tecniche di Comunicazione (Modulo B). Le lezioni del modulo A si svolgeranno a Varese, presso la sede dell’Università dell’Insubria, e in Trentino presso la Fondazione Edmund Mach e il MUSE, mentre le lezioni del modulo B saranno tenute a Varese. Tutte le lezioni saranno trasmesse in videoconferenza tra la sede di Varese e la sede FEM di S. Michele all’Adige. I quattro moduli successivi sono dedicati ad attività pratiche, svolte in collaborazione con realtà del territorio, e affrontano temi come Comunicare la Biodiversità, Linguaggi e racconto della natura, Strumenti per la comunicazione e l’educazione ambientale, Strategie di comunicazione e processi partecipativi.

I corsi partiranno a ottobre 2018 con un numero massimo di 30 partecipanti. L’iscrizione non prevede il superamento di una prova di ingresso, ma nel caso le richieste fossero superiori a 30 la Commissione Didattica del Master deciderà sulla base dei titoli e dei curricula inviati dagli studenti all’atto dell’iscrizione.
Il programma prevede 1500 ore complessive di attività pari a 60 CFU, distribuite su un anno e così articolate: 152 ore di lezioni frontali; 320 ore di formazione con esercitazioni pratiche; 16 ore di formazione sulla sicurezza: le restanti ore sono previste come impegno personale dello studente, tra studio individuale e stesura dell’elaborato finale (compresi project work e prova finale). La quota di iscrizione è di € 3.250 per ciascun partecipante, da versare successivamente, all’atto dell’immatricolazione.

Il programma completo del Master è disponibile sul sito http://uagra.uninsubria.it/master-macon/
Per maggiori informazioni è possibile scrivere a master.macon@uninsubria.it