A cura di Luca Roner e Antonio Romano

L’European Congress of Herpetology, evento che si svolge con cadenza biennale, offre agli erpetologi di tutta Europa l’opportunità di ritrovarsi per un momento di confronto e reciproco aggiornamento riguardo alle più recenti ricerche del settore. Quest’anno sarà l’Italia ad ospitare il convegno, che dal 2 al 6 settembre si terrà presso il Museo di Storia Naturale di Milano, trattando numerosi argomenti legati ad anfibi e rettili: ecologia, etologia e conservazione, con particolare attenzione al problema del Batrachochytridium, fungo molto pericoloso per gli anfibi, che si sta rapidamente diffondendo in tutta Europa.

All’appuntamento non mancherà la sezione di Zoologia dei Vertebrati del MUSE che parteciperà al convegno con un contributo orale frutto del lavoro svolto nel 2018 dagli autori Luca Roner, Antonio Romano e Paolo Pedrini con la collaborazione del personale del Parco di Paneveggio – Pale di San Martino.

Trophic ecology of Alpine salamander, Salamandra atra atra” è il titolo della presentazione che Luca Roner illustrerà all’interno della sezione “Ecology and Ethology”. Le salamandre, predatrici di invertebrati che in alcuni casi costituiscono una porzione significativa della biomassa, possono ricoprire un importante ruolo ecologico in un ecosistema. In quest’ottica risulta importante il lavoro effettuato dagli erpetologi del MUSE che, per la prima volta, hanno analizzato in modo estremamente dettagliato l‘ecologia trofica della salamandra alpina (strategia e disponibilità trofica, selettività ecc), fornendo inoltre utili indicazioni sulle metodologie più adeguate per il campionamento della disponibilità trofica effettiva.

 

 

Dal 26 al 30 agosto, si terrà a Cluj-Napoca (Romania) il 12° Congresso dell’European Ornithologists’ Union, l’appuntamento a cadenza biennale che raduna gran parte degli ornitologi europei (e non solo), per un reciproco aggiornamento sui principali avanzamenti nell’ambito della ricerca ornitologica.  Il congresso rappresenta un’occasione di confronto e di arricchimento per centinaia di ornitologi che, in diversi ambiti, si occupano di ricerca in campo avifaunistico. Gli argomenti trattati sono molto vari: dalla fisiologia all’ecologia, dal comportamento alla conservazione, dalla migrazione all’evoluzione.

Anche i ricercatori della sezione parteciperanno attivamente a questo importante appuntamento. Mattia Brambilla, Davide Scridel e Paolo Pedrini sono infatti tra gli autori di due contributi accettati come comunicazioni orali al convegno.

Davide Scridel illustrerà un lavoro sugli adattamenti delle specie alla vita in alta quota all’interno del simposio “Living at high elevations – adaptations and current challenges“. La sua presentazione (dal titolo Climatic and environmental limits for the ecology of mountain birds) riguarderà principalmente il fringuello alpino: questa specie, particolarmente adattata al clima freddo delle alte montagne, e per questo fortemente minacciata dai cambiamenti climatici in atto e dalle loro conseguenze sull’ambiente alpino (es. riduzione della copertura nevosa, fattore chiave per questa specie), da diversi anni è oggetto di numerosi approfondimenti da parte della nostra Sezione.

Mattia Brambilla sarà invece chairman della sessione “Bird communities“, all’interno della quale presenterà anche un contributo sulle relazioni tra distribuzione delle specie ornitiche e fattori climatici e sull’importanza di sviluppare approcci di indagine a diverse scale spaziali (Multi-scale approaches are needed to infer true species-climate relationships: implications for research and conservation). Il lavoro, svolto in collaborazione con Lipu/BirdLife Italia, integra studi condotti nel corso di diversi anni su Alpi e Appennini, con importanti conseguenze per la previsione degli impatti dei cambiamenti climatici sulla distribuzione delle specie ornitiche.

 

Creare una base di conoscenze su cui fondare pratiche di gestione sostenibili per gli ambienti acquatici della Riserva di Biosfera UNESCO Alpi Ledrensi e Judicaria. È questo l’obiettivo finale del programma di ricerca “ACQUAVIVA – Acqua e Vita”, che in questi mesi sta portando i ricercatori del Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige e della nostra Sezione a setacciare le zone umide dei territori compresi tra il Lago di Garda e il Parco Naturale Adamello Brenta. Una ventina i siti indagati, tra laghi (Ledro, Ampola, Tenno e Nembia), torbiere (Fiavé, Lomasona), e pozze d’alpeggio, ecosistemi questi ultimi, la cui biodiversità resta ancora oggi per gran parte inesplorata.

 

Alcuni esempi di siti campionati nel corso del progetto. Da sx verso dx: Bocca Giumella, Passo Durone e Malga Stabio. Ph. Karol Tabarelli de Fatis/Arch.MUSE

 

Oltre ad una tradizionale descrizione degli habitat, delle specie presenti e dello stato di ciascun ambiente, l’indagine si propone di testare anche tecniche di monitoraggio innovative. È il caso delle analisi di DNA ambientale, grazie al quale, partendo solo da poche tracce (uova, residui di pelle, feci, ecc.), è possibile ricostruire un quadro dettagliato delle specie presenti in un’area: dagli anfibi, ai batteri. Ma non solo: ricostruendo la struttura genetica della popolazione di una specie target (in questo caso, la rana di montagna – Rana temporaria) si possono ottenere informazioni sulla diversità genetica delle singole popolazioni, un parametro che riflette il potenziale evolutivo della specie e la sua capacità di sopravvivenza nel lungo periodo.

 

I ricercatori impegnati nelle procedure di campionamento. Ph. Arch. MUSE

 

La ricerca offre anche l’occasione per testare le fasi e le condizioni in cui le tecniche molecolari risultano essere più efficaci, con la possibilità di stilare un vero e proprio protocollo di campionamento esportabile anche in altri contesti, con un occhio di riguardo alla rete mondiale delle Riserve di Biosfera UNESCO. Altro aspetto su cui il progetto ACQUAVIVA intende lavorare è quello della comunicazione e della divulgazione, sperimentando nuove tecniche e mezzi di comunicazione. Oggi più che mai si avverte con urgenza la necessità di avvicinare i comuni cittadini al mondo della ricerca, affinché si diffonda tra la popolazione una maggior consapevolezza della ricchezza naturalistica dei luoghi che vive, sia quotidianamente, sia per una semplice visita.

Terminata da poco la prima serie di campionamenti il team ACQUAVIVA è già pronto per una seconda tornata di sopralluoghi e raccolta campioni.

Grazie a tutto il gruppo di lavoro! Per la FEM: Heidi Hauffe, Nico Salmaso, Adriano Boscaini, Leonardo Cerasino, Lucia Zanovello, Matteo Girardi e Alexis Marchesini. Per il MUSE: Paolo Pedrini, Sonia Endrizzi, Chiara Fedrigotti, Karol Tabarelli de Fatis, Luca Roner e Giuseppe Melchiori.

ACQUAVIVA è un progetto cofinanziato dalla Riserva di Biosfera MAB UNESCO Alpi Ledrensi e Judicaria