Benvenuta Kadambari, che ha appena iniziato il suo programma di dottorato supervisionata da Chris Sutherland, University of Massachusetts-Amherst (UMASS, MA) e Simone Tenan (MUSE). Kadambari sarà basata alla UMASS e trascorrerà un periodo al MUSE durante il suo progetto di dottorato di quattro anni, intitolato: “Investigating the practical considerations of shifting the focus from single- to multi- species (community) monitoring”. Il progetto prevede una valutazione e ottimizzazione degli approcci di monitoraggio e studio della biodiversità come fondamento delle strategie di conservazione e gestione del patrimonio naturale.

Il progetto di dottorato si svilupperà partendo da una valutazione dei fattori che influenzano la capacità di utilizzare dati raccolti su singole specie rispetto a dati raccolti simultaneamente su più specie, al fine di ottimizzare i protocolli di raccolta dati e fornire indicazioni metodologiche per migliorare l’attività di monitoraggio e la restituzione di conoscenze utili a risolvere problematiche ecologiche, conservazionistiche e gestionali. Nel suo studio, Kadambari utilizzerà diversi set di dati raccolti sia in Trentino che in altre parti del mondo, in aggiunta a dati simulati per meglio valutare la sensitività dei metodi comunemente usati alla eterogeneità dei sistemi ecologici e delle caratteristiche delle specie in esame. I risultati attesi saranno utilizzati per derivare indicazioni conservazionistiche, gestionali e metodologiche utili a tutte le figure deputate alla definizione delle azioni di monitoraggio e conservazione della biodiversità, quali enti locali, università, e Ministero dell’ambiente.

Per saperne di più sulle ricerche e interessi di Kadambary visitate il suo sito personale, e date un’occhiata a “ViXeN : View eXtract and aNnotate media, un semplice (libero e open source) strumento sviluppato da Prabhu Ramachandran e Kadambari per facilitare la visione, la gestione e commentare metadati associati ai media. L’articolo è stato recentemente pubblicato su Methods in Ecology and Evolution [pdf].

Twitter: @kadambarid

Circa un mese fa, alla fine di ottobre, sui valichi trentini di Bocca Casét e del Passo Brocon, terminava la nostra attività di inanellamento e monitoraggio della migrazione. Nello stesso periodo, le diverse stazioni aderenti al Progetto ALPI smontavano il loro impianto. L’ultima, a metà novembre, è stata Passo di Spino, nella Foresta Gardesana Occidentale (BS).

Il 2017 si è rivelata un’annata caratterizzata da un passaggio abbondante dei migratori: nei tre mesi trascorsi a Bocca Casét sono stati inanellati più di 12.000 uccelli, mentre presso il Passo Brocon, in un solo mese di attività si è superata quota 7.000. Numeri record per le due stazioni. Il passaggio è stato consistente per molte specie, in particolare migratrici a corto raggio: lucherino, cincia mora, fringuello, crociere, peppola, solo per citare quelle con più individui inanellati. La stagione si è inoltre contraddistinta per varietà: 81 specie inanellate al Casét, 61 al Brocon (a cui si aggiungono due ibridi fringuello x peppola).

Due delle specie nuove catturate quest’anno: il picchio rosso minore (Dendrocopos minor) al Passo Brocon e la Poiana comune (Buteo buteo) a Bocca Caset.

Ciascuna delle due stazioni può poi vantare la cattura di alcune specie mai inanellate prima: rondone comune, poiana e quaglia a Bocca Caset, allocco e picchio rosso minore al Passo Brocon. Con un tale movimento di migratori poi, non potevano mancare le ricatture estere: un lucherino e un tordo bottaccio dalla Lituania, una cinciarella dalla Polonia, un regolo dalla Repubblica Ceca e un pettirosso dalla Francia.

Dopo due anni di migrazione scarsa, questi numeri e cifre rappresentano un bilancio decisamente positivo, e il ragionamento più immediato potrebbe indurre a pensare che quest’anno la riproduzione sia andata bene su al nord. Eppure qualcosa ci trattiene dal ritenerci pienamente convinti di questa ipotesi.

Alcune delle ricatture straniere delle nostre stazioni. Da sx verso dx: lucherino (Spinus spinus), pettirosso (Erithacus rubecula) e tordo bottaccio (Turdus philomelos).

Da più di vent’anni il Progetto ALPI monitora la migrazione tardo-estiva ed autunnale degli uccelli. I dati raccolti ci hanno insegnato come gli spostamenti dei migratori seguano una certa ciclicità, alternando annate di passaggio abbondante ad altre di minor intensità. I fattori che regolano le oscillazioni dei flussi osservati sulle Alpi in autunno sono molteplici e comprendono il successo riproduttivo delle popolazioni di origine, le condizioni atmosferiche e meteorologiche, la disponibilità di risorse alimentari nei siti di origine e di transito. Quindi, è affrettato affermare che un’annata come questa sia positiva per i migratori, in quanto l’abbondanza osservata sulle Alpi potrebbe essere relazionata a cattive condizioni climatiche o a una scarsa disponibilità alimentare nelle aree centro e nordeuropee di provenienza, che avrebbero costretto le popolazioni di uccelli lì presenti ad un “fuggi fuggi generale” verso l’Europa meridionale e le Alpi, alla ricerca di nutrimento.

Alcune delle specie catturate con maggior frequenza in questo 2017: cincia mora (Periparus ater), crociere (Loxia curvirostra) e lucherino (Spinus spinus).

Per noi e per il Progetto ALPI è stato un anno “record”, molto impegnativo, ma anche ricco di osservazioni e specie. Per gli uccelli europei potrebbe essere stato un anno problematico, con una difficile stagione invernale ormai alle porte ancora da affrontare. Il Progetto ALPI tornerà l’anno prossimo, per descrivere e raccontare ancora l’affascinante e dura storia della migrazione degli uccelli.

Sul tavolo di inanellamento la pila delle schede dati è sempre più spessa; il bosco attorno a noi comincia a cambiare colore e le prime foglie secche invadono le reti, trasportate dalla frizzante aria di settembre. Ci sembra ieri che, entusiasti e speranzosi, piantavamo sotto un sole cocente i pali per sorreggere le reti e che segnavamo i dati del primo uccello inanellato: una giovane cincia mora da poco involata.

Da quei primi, caldi giorni di agosto il tempo è letteralmente volato e sono quasi due mesi che la Stazione di Inanellamento di Bocca Caset è operativa. Due mesi intensi, ricchi di sorprese e soddisfazioni. Al 15 settembre, sono 2170 gli uccelli inanellati, 66 le specie monitorate. Due di queste sono assolutamente nuove per la nostra stazione: il rondone comune (16 agosto) e la quaglia (30 agosto).

Protagonisti di questa prima fase sono i migratori trans-sahariani, prevalentemente notturni. Tra questi la balia nera, che con più di 1000 esemplari è per il momento la specie più catturata. Rilevante anche il passaggio di luì grosso e balestrucci, anche loro diretti verso le terre oltre il Sahara. Tra le altre specie inanellate con maggior frequenza ricordiamo la cincia mora, il crociere e, negli ultimi giorni, il pettirosso.

Da sinistra verso destra: cincia mora (Periparus ater), crociere (Loxia curvirostra), pettirosso (Erithacus rubecula).

La tarda estate del 2017 ci ha poi regalato diverse catture di rapaci diurni: alcuni sparvieri, un gheppio e, in un torrido mezzogiorno di agosto, una bella poiana. Più in su, irraggiungibili e maestosi, abbiamo avvistato l’aquila reale, il biancone, il falco pecchiaiolo, il falco di palude e, pochi giorni fa, un grifone, uno tra i più grandi avvoltoi europei. Frequenti anche le catture di rapaci notturni: assiolo, gufo comune, civetta nana e persino un allocco. Per la civetta capogrosso poi, l’annata sembra essere stata particolarmente favorevole: la nutrita popolazione di roditori che quest’anno popola i prati e i boschi attorno al valico deve aver sicuramente giocato a suo favore.

Da sinistra verso destra: assiolo (Otus scops), sparviere (Accipiter nisus), gufo comune (Asio otus).

Ci sono poi specie che nei nostri registri compaiono poche volte e non tutti gli anni, testimoniando catture rare e occasionali: l’ortolano, il rigogolo, il pettazzurro e il cuculo. Diversamente dalle annate precedenti, registriamo invece un numero insolitamente alto di zigoli muciatti, uccelli amanti degli ambienti di quota assolati e semi aridi. Ancora nessuna “ricattura straniera”, ovvero la rilettura di anelli di uccelli inanellati in altre stazioni europee. Da segnalare però le ricatture di alcuni individui locali, tra cui ciuffolotti, cince, regoli e una cincia alpestre inanellata a Bocca di Caset nell’autunno del 2013.

Da sinistra verso destra: ortolano (Emberiza hortulana), rigogolo (Oriolus oriolus) e zigolo muciatto (Emberiza cia).

Ora, con ottobre ormai alle porte, aspettiamo i migratori a corto raggio, quegli uccelli che svernano all’interno del Bacino del Mediterraneo: lucherini, fringuelli, frosoni…le prime avvisaglie stanno arrivando proprio in questi giorni. Restano poco più di 30 giorni di attività, ma quando tra un mese, smontate le reti, lasceremo Caset, avremo sicuramente tante nuove storie da raccontarvi.